Quando annusano l’odore del sangue i lupi diventano famelici. È quel che sta succedendo a Fiumicino con l’Alitalia. Avvertendo che il momento è più che favorevole, Vueling, Ryanair ed Easyjet passano all’attacco. Le tre compagnie straniere sono convinte che, comunque vada a finire, con un fallimento clamoroso o magari con un salvataggio grazie agli arabi di Etihad, l’azienda italiana dei voli non sarà mai più quella di prima. Bene che vada si trasformerà in una succursale europea di Abu Dhabi, una compagnia con ancora qualche velleità con il Nord e il Sudamerica, ma ridisegnata per svolgere una specie di ruolo di navetta con gli Emirati. Insomma, Alitalia è ancora in mezzo al guado, ma la sua crisi già produce effetti clamorosi. E non è detto siano tutti negativi, anzi.

L’ingresso in grande stile a Fiumicino di aziende low cost, tutte concentrate sull’offerta di biglietti a prezzi stracciati, può non essere un affaraccio per i viaggiatori. E neanche per i Benetton che dello scalo Leonardo da Vinci sono i gestori. Forse nessuno di loro lo ammetterebbe mai, essendo tuttora azionisti Alitalia con una quota del 10 per cento. Ma il fatto che la ex compagnia di bandiera in crisi sia costretta a rinunciare a quella specie di manomorta sul principale scalo romano esercitata per decenni, non dispiace affatto. Al posto di Alitalia arrivano soggetti più dinamici, interessati allo sviluppo dell’aeroporto e soprattutto disposti a pagare le tariffe anche con l’aumento voluto più di un anno fa dal governo Monti, mentre Alitalia ormai da tempo non era in grado di onorare gli impegni.

L’affondo romano delle tre compagnie straniere è stupefacente. Le prime avvisaglie ci sono state alcuni mesi fa, quando Alitalia ha optato per il cosiddetto rehubbing. Cioè per risparmiare ha scelto di lasciare il meno possibile gli aerei all’estero facendoli rientrare a Fiumicino e mettendo nel contempo a terra dieci Airbus 320. La conseguenza è che nello scalo romano si sono liberati numerosi slot (possibilità di atterraggio e decollo) in diversi momenti della giornata.

E su questo vuoto si sono catapultati i concorrenti. La prima è stata Vueling, la sorella minore del gruppo Iag con British Airways e Iberia. Vueling ha deciso di fare di Fiumicino il secondo aeroporto di riferimento dopo El Prat di Barcellona, concentrandosi in prima battuta sul sud della penisola dove la ritirata di Alitalia stava arrivando fino al 50 per cento circa dell’offerta. Poi ci ha preso gusto puntando anche sul nord e anche Parigi e Amsterdam, avviando una specie di nuovo modello di business basato su una sequela di miniconnessioni. Ora Vueling vuole incrementare nel 2014 la propria offerta a Fiumicino del 267 per cento, diventando la seconda compagnia della Capitale con 24 nuove rotte in aggiunta alle 9 attuali, 17 internazionali e 7 domestiche: 4 voli giornalieri per Catania, Palermo e Torino, 3 per Genova, 2 per Bari e uno ciascuno per Brindisi e Lamezia. I collegamenti diretti in Italia e in Europa da Fiumicino saranno 33 e i posti offerti in totale 4,6 milioni.

Marcando stretto Vueling, anche Ryanair si è fatta sotto e per occupare più spazio possibile a Roma e nel mercato italiano, l’azienda aerea di Michael O’Leary sta addirittura cambiando modello di business, mettendo in secondo piano l’ormai noto profilo low cost per diventare una quasi compagnia a tutto tondo. Dopo aver annunciato in autunno ai dirigenti Adr (Aeroporti di Roma) l’intenzione di potenziare la sua presenza nell’altro scalo romano di Ciampino, quando è venuto a conoscenza delle mosse della rivale Vueling, all’improvviso O’Leary ha cambiato completamente registro decidendo di dirottare su Fiumicino, disposto a pagare quelle tariffe aeroportuali salate che fino a un anno fa non avrebbe neanche preso in considerazione. Dal 18 dicembre gli aerei Ryanair collegano 5 volte al giorno Roma con Catania, 4 con Palermo e una con Lamezia. Dal 5 febbraio ci saranno 3 voli da Fiumicino per Barcellona e 2 per Bruxelles.

Proprio nelle stesse ore in cui Ryanair decideva a sorpresa il cambio di orientamento, a ruota si è fatta sotto anche Easyjet che nel principale scalo romano c’è dal 2009 con circa 3 milioni di passeggeri all’anno. Prima di Natale l’amministratore Carolyn McCall è volata a Fiumicino per annunciare che entro primavera la sua compagnia incrementerà la presenza a Roma, aumentando del 35 per cento l’offerta con l’obiettivo di trasportare 4 milioni di passeggeri all’anno.

da Il Fatto Quotidiano

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