Come si esordisce in un nuovo spazio che permette di dare voce ai libri per bambini e ragazzi e a quel che ci sta intorno? Forse dicendo che la letteratura non fa differenza e che non ci piacciono le etichette né di genere né di età. È sempre aperta la questione di come dare una dignità piena ai libri per giovani lettori e non lasciare che vengano relegati in un angolo e talvolta sminuiti dalla definizione che li vuole destinati a una fascia particolare di pubblico, quasi ci fosse un recinto come quello dell’area giochi di alcuni giardini pubblici oppure un tacito invito a non interessarsene troppo. Invece possiamo trovare molta qualità nella produzione rivolta ai più piccoli e non solo tra gli illustrati che molti apprezzano, ma anche tra racconti e romanzi che spesso hanno il potere di conquistare anche i lettori grandi (e non sto parlando della letteratura crossover, voluta o meno che sia).

Allora, siccome siamo all’inizio dell’anno e siccome in questi giorni di previsioni i cieli sono parecchio foschi e molte persone si domandano cosa riserverà il futuro e l’apprensione in giro si regala a bizzeffe, anche quando non abbiamo voglia di sentire lamentazioni varie, cominciamo col suggerirvi di sfogliare un albo dedicato a un grande cane nero.

Cane nero è appunto il titolo dell’albo di Lev Pinfold tradotto da Sara Ragusa per Terre di Mezzo e pubblicato poco prima delle feste natalizie; un albo per l’inverno che viene, data la neve in copertina dove campeggia anche una grande, enorme, gigantesca impronta davanti a una casa nel bosco, insieme a una minuscola figura gialla.

La storia rimanda a figure di neri mastini che popolano le leggende a latitudini diverse nel mondo: come il Caqdejo che spaventa chi viaggia di notte nelle terre del Centro America o il Black Shuck dagli occhi fiammeggianti che terrorizza e porta sventura a chi incrocia il suo sguardo nelle oscurità britanniche o ancora i cani che partecipano nelle leggende alpine alle varie cacce selvatiche.

L’autore australiano declina la figura nera che incarna la paura per punti di vista e anche per passaparola. Intendiamoci, è mattina e ogni membro della famiglia – sia in cucina a preparare la colazione, in bagno a lavarsi i denti o nel momento di alzarsi dal letto – la vede e la descrive secondo i propri parametri e secondo la propria unità di misura: pare una tigre o un elefante, secondo i genitori che sognano forse lontane esotiche e pericolose mete; sembra un un Tyrannosaurus Rex o l’Incredibile Hulk, secondo i figli. Insomma, descrizioni che si fanno sempre più spaventose e in cui la bestia cresce cresce cresce, un po’ come i discorsi che riprendono le notizie e le ingigantiscono seminando panico, facendo crescere tormenti, mandando tutti con la testa sotto le coperte quasi che a non guardare si risolvesse tutto.

A trovare una soluzione ci pensa la più piccola di casa, che indossa il suo impermeabile giallo come un’armatura ed esce a guardar negli occhi l’animale, ben decisa a domarlo a suo modo, tramite giochi e corse e scherzi e rime, sfiancandolo di fatica e riducendolo a un cane nero di taglia giusta per accoglierlo in famiglia e permettergli di tanto in tanto di accoccolarsi sul divano o in fondo al letto.

Insomma, una storia sull’avere a che fare con le paure, condita da illustrazioni tutte da scoprire in cui ritrovare piccoli particolari della casa (oggetti, vestiti, animaletti).

Ah, non vi ho detto che la famiglia che ci regala Pinford è la famiglia Hope. E la piccina di casa, di giallo vestita, viene soprannominata Small. Insomma, una piccola speranza luminosa per augurarvi buon anno di buone letture e nuove scoperte.

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di Caterina Ramonda

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