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Banche italiane, Adusbef: “Ancora in crescita il costo dei conti correnti”

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La banca con l’Isc (Indice sintetico di costo) più caro? Si conferma la Banca popolare dell’Emilia Romagna con ben 754,75 euro, al contrario la Bnl, con i suoi 238,35 euro, è ancora una volta l’istituto nel quale l’Isc è più basso. Il dato emerge dall’ultima rilevazione di Adusbef su 59 banche presenti sul sito Patti Chiari. La ricerca ha preso in considerazione la tipologia di conto “ordinaria” per profilo a bassa operatività.

Rispetto alla precedente rilevazione dell’8 ottobre 2013 l’associazione dei consumatori evidenzia che l’Isc è aumentato per 8 banche: Banca Carime, Mps, Banca Nuova, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare di Ravenna, Banca Regionale Europea, Banca di Brescia. Tra queste, la Banca Nuova è quella che fa registrare l’aumento maggiore: +26,84 euro rispetto ad ottobre.

Le rilevazioni che Adusbef conduce periodicamente evidenziano un trend che è sempre al rialzo: non si registrano, infatti, casi di istituti bancari che diminuiscono il costo che il correntista deve sostenere per tenere i propri soldi in banca. I 348 euro di spesa media che i risparmiatori sono costretti a sopportare annualmente per allocare i loro denari presso gli istituti di credito ed effettuare i pagamenti, all’associazione “appaiono davvero un intollerabile scippo con destrezza con la complicità di Bankitalia, tanto più intollerabile in questi tempi di crisi e di aumenti generalizzati”.

Adusbef e Federconsumatori, quindi, chiedono al governo e alle Istituzioni una maggiore vigilanza in un settore, quale è quello bancario e del risparmio, che è costituzionalmente rilevante; occorre, infatti, dare attuazione all’articolo 47 della Costituzione che, si ricorda, stabilisce che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito (…)”. Se dunque è compito della Repubblica incoraggiare e tutelare il risparmio e controllare, disciplinare e coordinare l’esercizio del credito, “tocca alle Istituzioni tutte un maggiore intervento per vigilare su un settore davvero cruciale per i cittadini italiani, specialmente se questi devono fare i conti con una crisi grave che si trascina ormai da più di 5 anni”.

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