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Prestiti a famiglie e imprese giù del 4%. E’ il peggior dato da quattordici anni

Prosegue a novembre la stretta sul credito da parte delle banche, dopo il -3,7% di ottobre. L'Abi segnala inoltre che tra gennaio e settembre sono fallite 9.902 aziende
Prestiti a famiglie e imprese giù del 4%. E’ il peggior dato da quattordici anni
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Una stretta sul credito così severa non si vedeva da 14 anni. Dopo il calo del 3,7% registrato a ottobre, anche a novembre le banche hanno concesso sempre meno finanziamenti. E la flessione è sempre più rigida. I prestiti bancari a famiglie e imprese sono scesi del 4 per cento nell’ultimo mese, il peggior dato dal giugno 1999. E’ quanto segnala l’Abi nel rapporto mensile, sottolineando che il dato risente dell’andamento dell’economia italiana e della persistente debolezza della domanda.

Continuano a salire, intanto, anche le sofferenze bancarie. Secondo il rapporto Abi, quelle lorde hanno toccato ad ottobre quota 147,3 miliardi di euro, 27,5 in più di un anno fa e 100 rispetto alla fine del 2007. Il rapporto con gli impieghi è invece al 7,7%, il massimo da ottobre 1999.

Sempre più frequenti anche i fallimenti delle aziende. Tra gennaio e settembre sono 9.902 i crack registrati dal Cerved, in crescita del 12% su base annua e del 9% rispetto al secondo trimestre. L’aumento dei fallimenti, spiega Palazzo Altieri, é un fenomeno diffuso anche dal punto di vista geografico, con tassi di variazione più alti di quelli dello scorso anno. In particolare, va segnalata la situazione del Nord Est, che dopo aver registrato una diminuzione delle procedure fallimentari nei primi tre trimestri del 2012, ha manifestato nel 2013 un aumento del 18%; situazione simile anche al Sud e nelle Isole, area in cui il lieve aumento del 2012 é stato seguito da un incremento del 12% registrato nei primi nove mesi dell’anno. Continua il peggioramento nel Nord Ovest e nel Centro, con aumenti dell’8,9% e del 12 per cento.

Resta stabile, infine, il tasso dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, che sintetizza l’andamento di tassi fissi e variabili, risultato pari al 3,57%, limato rispetto al 3,59% di ottobre. L’Abi sottolinea poi che i tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,48%, dal 3,51% di ottobre 2013, e il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,80%, 2 centesimi al di sotto del mese precedente.

Considerando il terzo trimestre del 2013, è ripresa la contrazione degli investimenti fissi lordi, con una riduzione congiunturale annualizzata pari a circa il 2,2%. In peggioramento sono risultati anche altri indicatori riferiti all’attività delle imprese: l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito su base annua – per la volta – ad ottobre 2013 di -1,1 per cento.

Ma a preoccupare il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è soprattutto la situazione degli istituti di credito. “L’elemento più preoccupante è la diminuzione della raccolta obbligazionaria”, ha detto commentando i dati diffusi dall’associazione, che vedono un nuovo calo del 9,3% delle obbligazioni bancarie a novembre. E ha aggiunto: “Senza una raccolta solida è difficile fare mutui”.

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