Qualche giorno fa ero a pranzo con un caro amico compositore e si parlava di musica. Riflettevamo sul condizionamento che può avere una canzone quando entri in una boutique o in uno store: a volte è talmente gradevole che ti accompagna nell’acquisto. Altre volte, si è talmente infastiditi che, al contrario, si uscirebbe dopo cinque minuti.

Il discorso è poi virato sul Sex sound ovvero le melodie in camera da letto. Ero convinta che tutti prediligessero un sottofondo. Ma non è così. C’è chi ama Luther Vandross, chi Debussy, chi Mozart, chi i Genesis, poi Sakamoto, Antony and the Johnsons, Burt Bacharach, gli Incognito passando per Erykah Badu.

È tutto molto soggettivo.

C’è persino chi predilige i Metallica (Nothing Else Matters) e i Duran Duran (The Chauffeur), il cui video è molto sexy.

In commercio si trovano anche cd che riuniscono brani dolcemente ritmati in cui calde voci femminili sviluppano l’immaginazione e accompagnano i giochi amorosi.

A tal proposito ricordo la porno attivista Lisa Palac che nel 1993, ancor prima dell’avvento delle chat erotiche, riunì nella raccolta Cyborgasm le confessioni più intime e scandalose di scrittori e artisti.

Tuttavia una melodia può distrarre da tutto ciò che comunque è poesia voluttuosa: c’è chi infatti preferisce alla musica il suono dei sospiri, dei sussurri e il fruscio delle lenzuola.

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