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Premio Tenco, Cesare Basile lo rifiuta: “Disgustato dalla Siae”

La scelta del cantautore è in polemica con la società degli autori per i recenti attacchi contro il Teatro Valle occupato, il Teatro Coppola e le altre realtà autogestite

di Giuseppe Pipitone

Poteva essere l’apice della sua carriera da cantautore, il sigillo definitivo dopo una vita passata sui palchi di mezza Europa. Arrivato al giro di boa, però, Cesare Basile ha risposto picche: eletto vincitore del prestigioso premio Luigi Tenco, si rifiuta di andarlo a ritirare. Il motivo? La presenza della Siae tra i partner del premio, aspra fustigatrice del Teatro Valle, e delle altre realtà occupate d’Italia. Un atteggiamento, quello della società presieduta da Gino Paoli, che ha disgustato Basile, ispiratore dell’occupazione del Teatro Coppola di Catania.

“Non sono un eroe, credo piuttosto che un artista abbia il dovere di schierarsi piuttosto che sottrarsi ai conflitti”, si schernisce il diretto interessato, cinquantenne catanese, rientrato in Sicilia dopo un ventennio da globetrotter del pentagramma. La sua vita è riassumibile con la pagina Wikipedia a lui dedicata, curatissima e dettagliata ma bollata da un avviso giallo in cima che avverte: “Le fonti presenti non sono sufficienti”. La carriera di Basile si è sviluppata così: talento enorme, risultati importanti, ma sempre qualche minuto di ritardo all’appuntamento col successo.

Negli anni ’90 con i suoi Quartered Shadows è arrivato ad aprire il concerto dei Nirvana a Berlino, poi sono arrivate le collaborazioni con Nada, Massimo Volume, Hugo Race, Kamil Carlens. Quindi il ritorno in Sicilia, la creazione dell’Arsenale, network di artisti siciliani, l’occupazione del Teatro Coppola di Catania e quella del Teatro Garibaldi a Palermo. In mezzo l’incisione dell’ultimo album, intitolato a se stesso e cantato completamente in siciliano. Un lavoro definito positivo dalla giuria del premio Tenco, che lo ha infatti insignito della targa riservata al miglior album in dialetto. Basile, però, non ha apprezzato l’atteggiamento della Siae, che negli ultimi tempi ha censurato le esperienze dei teatri autogestiti italiani.

“I recenti attacchi del presidente della Siae Gino Paoli e del suo direttore generale Gaetano Blandini contro il Teatro Valle occupato e le altre esperienze autogestite sul territorio italiano (il Teatro Coppola – Teatro dei Cittadini fra queste) mi hanno profondamente disgustato per toni e arroganza. Attacchi dai quali traspare, tra l’altro, una chiara e ben orchestrata richiesta autoritaria di ripristino della legalità che altro non è che un’esortazione allo sgombero”, spiega il cantautore etneo in un post su Facebook, argomentando la propria scelta con un ragionamento più ampio rispetto alla semplice querelle con la Siae. “Viviamo da troppo tempo e con sconcertante naturalezza l’era delle tre scimmie – dice Basile – la viviamo adeguandoci alla goffaggine che genera complicità, paghi del piatto di minestra che la carità del Potere ritiene di assegnarci ai piedi della sua tavola. Non vedo, non sento, non parlo. Tuttalpiù faccio un salto di fianco e lascio che la cosa passi. Strana pratica per un mestiere che è fatto esclusivamente di vedere, sentire e parlare. Strana pratica per chi ha scelto il racconto come segno della propria esistenza”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata soprattutto dal fatto che il Club Tenco ha deciso recentemente di disertare un incontro organizzato proprio dal Teatro Valle. “Sabato 30 Novembre – racconta Basile – avrei dovuto partecipare, insieme ad altri musicisti, a una manifestazione organizzata dal Club Tenco e dal Teatro Valle. In seguito allo scontro con la Siae il Club Tenco ha cancellato questa manifestazione dalla sua agenda. Essendo la Siae partner importante del premio Tenco non viene difficile capire il perché di questo passo indietro. Ma se il Club Tenco ritiene di dover sottostare a un ricatto e fare un passo indietro per non acuire il dissidio tra le due parti, io reputo opportuno farne uno in avanti per sottolinearlo, questo dissidio: conflitto fra chi vuole una cultura liberata e chi, invece, la cultura vuole amministrarla per mantenere privilegi”. Il privilegio di finire nello stesso albo d’oro di Franco Battiato e Mauro Pagani evidentemente però non entusiasma più di tanto Basile. Che il prossimo 8 dicembre diserterà la premiazione di Bari, tenendosi ancora una volta lontano dall’appuntamento col grande pubblico.

Twitter: @pipitone87

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