Caratterizzata da una crescita costante di fama e incassi, la saga di Assassin’s Creed ha ormai attraversato una discreta collezione di epoche storiche. Miscelando fantastoria e fantascienza, gli sceneggiatori sono partiti dalle Crociate per poi esplorare il Rinascimento italiano, la guerra di secessione statunitense e approdare con l’ultimo capitolo alla cosiddetta età dell’oro della pirateria. Del resto, la saga aveva molta necessità di un respiro più ampio e, perché no, di temi almeno in parte più leggeri. Il predecessore Assassin’s Creed III ha infatti deluso una parte dei fan storici a causa di una storia oltremodo prolissa, fatta di troppi incipit e poca sostanza.

Una decisa gomitata al timone dello sviluppo ha dunque fatto sì che il quarto capitolo, disponibile proprio in questi giorni nei negozi per le attuali console e presto in arrivo su PC, PlayStation 4 e Xbox One, si presenti come molto più limpido e accessibile, caratterizzato da un’offerta ludica ricchissima. A variare efficacemente lo stile classico della serie, fatto di furtività, appostamenti e assassinii silenziosi,  la navigazione sul vascello di proprietà del protagonista, il quale salirà in breve tempo tra i ranghi dei pirati più famosi dei Caraibi, arrivando a conoscere figure storiche del calibro di Edward Thatch (meglio noto come Barbanera) e Stede Bonnet.

La mappa, liberamente esplorabile sin dalle prime ore di gioco, comprende un’area molto vasta, alternando gli scontri navali con i vascelli spagnoli e inglesi a missioni più classiche per la saga, condotte sulla terraferma. Proprio questa continua alternanza di differenti attività, unita a una storia nettamente più briosa rispetto a quella che accompagnava il terzo capitolo, rappresenta l’aspetto più riuscito di Assassin’s Creed IV: Black Flag. Nonostante il completamento delle missioni legate alla trama richieda circa venti ore complessive, i cali di interesse vengono scongiurati da un gran numero di attività secondarie, dagli arrembaggi alle navi nemiche alo scopo di rubarne il carico, sino alla pesca con arpione, passando per l’esplorazione dei fondali marini in cerca di tesori. In altre parole, i Caraibi di Assassin’s Creed IV rappresentano un’ambientazione straordinariamente credibile e coesa, e fanno in buona parte ammenda per la mancata soluzione di problemi storici della saga, come il combattimento all’arma bianca e le carenze dell’intelligenza artificiale nemica.

Per quanto riguarda il nostro paese, la divisione italiana di Ubisoft ha svolto un lavoro molto curato di adattamento e localizzazione del gioco, assoldando nomi noti. Uno di questi è Francesco Pannofino, voce di George ClooneyRené Ferretti nella serie cult Boris, scelto per dare la voce a Barbanera, uno dei protagonisti del gioco. In occasione di Lucca Comics & Games 2013 abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con l’attore che, evidentemente emozionato dall’accoglienza del pubblico della manifestazione, ci ha raccontato della sua esperienza con Assassin’s Creed IV: Black Flag.

Pannofino, pur non essendo un appassionato di videogiochi, ha spiegato che Barbanera “è un personaggio interessante, che amo da sempre. Secondo alcuni l’animo del pirata vaga ancora fra le isole caraibiche… e sono stato molto contento di doppiarlo”. Continuando la conversazione, ha aggiunto che il lavoro sui videogiochi, almeno per ora, è meno irregimentato rispetto al doppiaggio cinematografico. Nel cinema, infatti, per motivi di pirateria il doppiatore può vedere solo il suo personaggio e quasi null’altro della scena che sta recitando costringendo a fare un lavoro “da guardoni”, per usare le parole di Pannofino. Nel gaming, invece, l’atmosfera molto più rilassata e il doppiatore può lavorare con meno vincoli.

Assassin’s Creed IV: Black Flag è disponibile per Xbox 360 e Playstation 3, mentre arriverà su Playstation 4, Wii U ed Xbox One a fine novembre, dopo il lancio delle due nuove console.

A cura di Andrea Porta e Nicolò Carboni

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