C’è una nuova “ora x” per l’aeroporto Federico Fellini. Il collegio dei giudici coordinato dal presidente del tribunale di Rimini, Rossella Talia, ha fissato una nuova udienza fallimentare per il prossimo 21 novembre. Pur non essendo formalmente un “sì”, il responso ‘tecnico’ dei giudici per ora consente ai legali della società di gestione del Fellini, Aeradria, di schivare di nuovo il fallimento richiesto dai magistrati. La procura, infatti, sull’aeroporto ha inoltrato di recente un esposto alla Corte dei conti per danno erariale.

Atteso con una certa impazienza da giorni, il provvedimento è tutt’altro che risolutivo. All’ultima udienza del 24 ottobre, Aeradria aveva chiesto altri 30 giorni di tempo per presentare un piano di salvataggio aggiornato. Tuttavia, non è escluso che nemmeno il 21 si arriverà ad un responso decisivo. La linea del tribunale è oggi quella di concedere nuovo tempo a tutti dato che, è il senso dell’ultima ordinanza, ne è passato troppo poco tra la relazione-choc del commissario giudiziale Renato Santini. Aveva bocciato il concordato poco meno di un mese fa, rigettando nel baratro Aeradria.

Ad una decina di giorni dall’assemblea dei creditori, programmata inizialmente il 23 ottobre, Santini aveva gelato tutti chiedendo la revoca del concordato. Il professionista bolognese incaricato dal tribunale di Rimini, che ha segnalato debiti pari a 42 milioni di euro, ha evidenziato che tuttora a Aeradria mancano riserve a servizio del piano stesso, al di là dei 5,3 milioni di euro dell’ultimo aumento di capitale. Insomma, a parte il contenzioso con Wind Jet, secondo Santini restano alcuni macro-capitoli di crediti commerciali esigui difficilmente esigibili. Su cosa baserà la sua strategia di difesa la spa aeroportuale? Gli ulteriori emendamenti al piano di concordato (ci stanno lavorando il presidente di Aeradria Maurizio Tucci e il nuovo dg Paolo Trapani) potranno interessare nuove iniezioni di liquidità o una revisione delle percentuali di soddisfacimento dei creditori. Tenendo conto, allo stesso tempo, del nuovo accordo sul personale firmato coi sindacati, con poco meno di un milione di euro di risparmi a regime, e del continuo taglio di diverse voci di costo interne, considerate non più sostenibili. Manager e legali sanno che, in tutto questo, fino al 21 e oltre dovranno fare i conti con nuovi sviluppi sul fronte penale.

Il sostituto procuratore Gemma Gualdi ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco Andrea Gnassi e il presidente della Provincia Stefano Vitali (le ipotesi di reato vanno dal falso in bilancio all’abuso d’ufficio) oltre a tutto il vecchio Cda di Aeradria. La settimana scorsa, procura e Guardia di finanza hanno sentito solo come persone informate sui fatti i sindaci (a loro volta del Pd) di Riccione e di Cattolica, Massimo Pironi e Piero Cecchini. Il cuore dell’inchiesta non si sposta: i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, coordinati dal maggiore Marco Antonucci, stanno passando al setaccio gli atti legati alle ormai celebri lettere di patronage, con le quali le istituzioni- senza delibere nero su bianco ma attraverso ‘garanzie’ – ottenevano finanziamenti destinati ad Aeradria da parte dalle banche. Questo, come emerso, per portare avanti operazioni nella galassia del “Fellini” a giudizio degli inquirenti sospette anche in capo alla partecipata Air, poi fallita, e a Riviera di Rimini promotions. Altri interrogatori nell’ambito dei contributi pubblici di co-marketing (pre-acquisto dei biglietti con fondi alle compagnie) sono previsti nei prossimi giorni. La governance del nuovo corso dell’aeroporto di Rimini e San Marino, secondo gli accordi coi creditori, passerà all’80% in mano ai privati. La Banca Carim in testa. Prima, però, bisogna uscire dalle secche giudiziarie e industriali.

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