Per cominciare i Buoni Poliennali (ugualmente) del Tesoro indicizzati (Btp-i), che hanno due vantaggi. Primo, la durata non solo quadriennale ma volendo fino al 2041, che offre una protezione sul fronte dei prezzi pure per i lustri futuri. Secondo, il capitale che cresce con l’inflazione, preservando il potere d’acquisto di quanto investito, anche se uno spende gli interessi.
Così non capiterà di pagarli 100 e dopo pochi mesi vederli scesi sotto i 93 euro, come avvenne coi primi Btp Italia nel luglio 2012; e nel 2011 anche peggio, con Btp-i di durata simile precipitati a 77 euro.
Né i buoni fruttiferi sono meno sicuri dei titoli del Tesoro, ma semmai di più, grazie alla garanzia aggiuntiva della Cassa Depositi e Prestiti.
Il Fatto Quotidiano, 23 Ottobre 2013
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