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Le carceri e le ipocrisie istituzionali

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La Corte Europea dei diritti dell’uomo, con la sentenza Torreggiani, condanna l’Italia a ripristinare le condizioni di vivibilità nelle carceri italiane, in quanto ha violato l’art. 3 della Convenzione Europea che, sotto la rubrica proibizioni della tortura, pone il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti. Tutto ciò è avvenuto a causa della situazione di sovraffollamento carcerario. Altri detenuti hanno fatto ricorso alla Corte Europea e quindi vi saranno altre condanne e altri soldi da pagare per indennizzare chi ha vissuto al limite tra l’essere trattato da uomo o da animale.

Il nostro Centro, fondato da Padre Pino Puglisi, e la Conferenza Regionale di Volontariato e Giustizia Sicilia hanno sempre cercato di essere vicini ai detenuti e alle loro famiglie, ma con grande difficoltà. Creare dei servizi in cui scontare una pena alternativa, anche se gestita da Associazioni di volontariato, ha dei costi. Per tale motivo avevamo presentato ai due Sottosegretari alla Giunta una riflessione utile all’elaborazione di un disegno di legge che prevedeva degli aiuti alle associazioni come le nostre per continuare a dare la disponibilità all’accoglienza di detenuti in esecuzione penale esterna: si consideri che un detenuto costa alle casse dello stato circa 350,00 euro al giorno, mentre se si facesse ricorso alle pene alternative si potrebbe risparmiare circa 300,00 euro al giorno.

Agganciare la questione del sovraffollamento carcerario alle vicende di Silvio Berlusconi sa di ipocrisia istituzionale; tutto l’arco parlamentare era, ed è, a conoscenza di questo atavico problema italiano. Non vorrei che per punire Berlusconi, fuori dalla sua condanna, ci si dimenticasse dei veri detenuti.

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