Provate per un attimo a dimenticare che “è colpa di Pisapia”. Mette da parte i Maya e le sue intemperanze su Twitter. Ecco, quello che dovrebbe rimanere, al netto della lunga serie di gaffe che lo ha contraddistinto negli ultimi anni, è il Red Ronnie “originario”, il divulgatore musicale, l’espertone di rock, che per tanti e tanti anni ha contribuito a diffondere buona musica in un paese che spesso la ignora, preferendo prodotti creati in laboratorio al solo scopo di vendere dischi.

Il Red Ronnie originario è tornato, ieri sera, con la sua creazione più riuscita: Roxy Bar. Dopo 12 anni di stop (Mtv, che aveva comprato le frequenze di Tmc2, già Videomusic, lo aveva mandato in soffitta), ha deciso di far da solo, senza un canale televisivo alle spalle, e sfruttando il Web. Il nuovo Roxy Bar va in streaming, in diretta, ogni domenica sera alle 21 sulla piattaforma StreamIt. Il risultato è sorprendente: non è un prodotto artigianale e approssimativo, di bassa qualità tecnica, ma un vero e proprio show musicale che costerà anche un bel po’ e che non ha nulla da invidiare ai canali televisivi tradizionali. Red Ronnie, quando evita la politica e le catastrofi naturali e si occupa solo di musica, è insuperabile. Il suo racconto confidenziale, con aneddoti da esperto e un rapporto amichevole e privilegiato con molti artisti italiani, accompagna lo spettatore attraverso tre ore di ottima musica e di buona, buonissima, televisione.

La prima puntata ha visto sul palco un efficace Luca Carboni, che ha riproposto alcuni suoi successi inseriti nel greatest hits di duetti “Fisico e politico”, oltre a una Nina Zilli in stato di grazia, accompagnata dalla splendida tromba di Fabrizio Bosso. E poi, ancora, Samuele Bersani, Gianni Fantoni, Niccolò Bossini (a proposito: la sua “Cosa ti aspetti da me” è bella forte) e persino una stranamente piacevole Roberta Bruzzone, a parlare del caso di Chico Forti, in carcere da innocente in Florida da 14 anni. Un gradito ritorno, insomma, perché mai come in questo momento abbiamo bisogno di una musica diversa da quella che, per rispettabilissimi motivi commerciali, i discografici hanno deciso di imporci. E pazienza se il rinato Roxy Bar non ha trovato spazio in tv. Per prodotti del genere, il mezzo non ha più importanza.

Articolo Precedente

Napule è tutta n’ata storia

next
Articolo Successivo

‘Io non appartengo più’, Roberto Vecchioni sul ring senza riferimenti

next