Se il governo dovesse cadere, “e io personalmente me lo auguro”, la cosa più “corretta” da fare sarebbe restituire la parola agli italiani “tramite il voto”. Non vuol sentir parlare di alleanze per un Letta-bis il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Nicola Morra, che al collega pidiellino Renato Brunetta, convinto dell’esistenza di 20 senatori ‘grillini’ pronti a sostenere un nuovo esecutivo con Pd e Sel, risponde citando il codice di comportamento: “Noi siamo disposti a votare singoli provvedimenti” qualora questi “siano utili ai cittadini”, ma “non siamo disponibili ad alleanze stabili”. “Nessuno di noi – sottolinea Morra, ospite di un dibattito politico con alcuni colleghi di Movimento– vuole restare attaccato alla poltrona, siamo persone normali che quando hanno visto l’Italia cadere si sono rimboccate le maniche”. Anzi, qualora “dovessimo vincere le elezioni” e il paese si dimostrasse “maturo” per “mandare a casa la gente che pensa solo agli affari propri”, il Movimento 5 Stelle “evaporerebbe” e tornerebbe a essere ciò che è sempre stato: “cittadini che attraverso l’associazionismo partecipano alla vita pubblica”.

Prive di fondamento sono quindi le ipotesi formulate dal senatore Carlo Giovanardi, secondo cui “in Senato chiederemo il voto segreto e il Movimento 5 Stelle salverà Berlusconi, poi daranno la colpa agli altri, come la Lega Nord e il Movimento sociale salvarono Craxi e poi urlarono contro la Prima Repubblica”. Così come sono inutili i tentativi, messi in atto da “altri partiti”, di tirare per la giacchetta i parlamentari ‘grillini’ allo scopo di indurli ad alimentare il dibattito nei corridoi di Palazzo Madama, a beneficio dell’ex primo ministro condannato in via definitiva per frode fiscale. Cosa che è successa, assicura Morra. La proposta di modificare il regolamento per rendere palese il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, presentata sabato da Morra, sarebbe la prova. Nessuna defezione in vista: a sentire Morra, il Movimento procederà compatto, e qualora il presidente del consiglio Enrico Letta non riuscisse a scongiurare la crisi di governo, “siamo pronti a raccogliere la sfida”. Le elezioni, continua il senatore a 5 stelle, sarebbero una scelta fattibile: “Possono essere indette e svolte in tempi rapidi” come è stato fatto in passato proprio per “evitare che il M5S crescesse troppo”.

Sotto un certo punto di vista, in effetti, qualche cambiamento i ‘grillini’ parlamentari l’hanno già fatto. Inizialmente restii a parlare con la stampa, l’apertura nei confronti di giornali e televisioni è visibile. “I media parlano delle discussioni e non delle battaglie – confermano gli eletti alla Camera e al Senato – così abbiamo deciso di essere più presenti per comunicare ai cittadini ciò che facciamo in Parlamento”. “Da quando il 28 aprile il governo Letta si è insediato, si sono susseguiti soprattutto proclami – sottolinea Morra – E’ stato, fino a oggi, un governo del ‘dire’ più che del fare”. Fino ad arrivare alla cancellazione dell’Imu, “un’operazione pagliacciata”, a dimostrare che “al peggio non c’è limite”.

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