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Pompei, i biglietti omaggio e l’inciviltà dominante

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Nel dicembre del 2010, l’ex governatore dello Stato di New York, David Paterson, fu costretto a pagare una multa di 62.125 dollari per aver accettato dei biglietti omaggio per la partita degli Yankees per suo figlio e un amico. L’ammontare risultò essere sei volte superiore a quello richiesto dal giudice amministrativo. “Una tale condotta non può essere tollerata da parte di nessun impiegato dello stato di New York, in particolare dal nostro Governatore”, spiegò allora il capo della commissione per la Pubblica Integrità.

Qualche sera fa, in una Pompei devastata dall’incuria e dall’inciviltà di un paese che somiglia sempre più ad un animale morente, Alessandro Siani, giustamente, ha deciso di non esibirsi come previsto, nell’ambito di un evento organizzato per raccogliere fondi per provare a salvare un gioiello che in ogni altro altro paese civile brillerebbe per tenuta ed salvaguardia, perché una massa di incivili aveva occupato buona parte dell’audience esibendo biglietti omaggio di – dio solo sa – quale provenienza.

A volte, comprensibilmente, passiamo ore a guardare con annichilito dolore ciò che i politici sono capaci di fare, ma basterebbe fermarsi cinque minuti su un episodio del genere per comprendere come e perché il nostro sia un paese con sempre meno speranze di rialzarsi. Se tutte quelle persone perbene che avevano acquistato il biglietto sono state costrette a rinunciare ad un loro diritto per l’inciviltà protetta, tollerata, favorita, consentita e mai combattuta di una minoranza di incivili cafoni che – però – ahime, meglio di tutti ci rappresenta, allora la voglia di arrendersi sembra davvero l’unica opzione.

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