Un grande parco giochi per bambini a Bologna gestito da un privato. Pare essere ad un passo dalla realizzazione l’idea iniziale dell’assessore all’Ambiente, Patrizia Gabellini, di intervenire sull’annosa questione del taglio di giostre e altalene della città. Sono 1300 le aree giochi – una cifra pari a quella di una città come Torino – che in media costano all’amministrazione di Palazzo d’Accursio 800 mila euro l’anno. Cifra che era stata subito posta sotto la mannaia della spending review di fine 2012.

La giunta Merola aveva già pensato a donazioni e sponsorizzazioni di fondazioni bancarie e gruppi di genitori per ripristinare i parchi danneggiati e successivamente si era vagliata l’ipotesi di far gestire direttamente gli spazi pubblici a soggetti privati in quanto, come dichiarò al fattoquotidiano.it la Gabellini: “Le proposte erano arrivate, ma non erano ancora state vagliate”.

“C’è un imprenditore – ha spiegato l’assessore nel question time del Consiglio Comunale dopo sei mesi dalla prime parole sull’argomento – che ha presentato una proposta molto rilevante, un grande parco giochi, che si configura come una vera e propria struttura economica con le caratteristiche di valutazione che essa deve avere perché è un insediamento urbano di grande rilevanza”.

Parole che suonano contrastanti rispetto alle dichiarazioni del direttore del settore Ambiente, Roberto Diolaiti, che pochi giorni fa in Commissione aveva fatto comprendere che nelle ipotesi dell’amministrazione Merola c’era l’idea di dismettere tra i 100 e i 200 giochi nei parchi pubblici della città: “un piano non definitivo” – aveva detto – “che riguardo quei parchi non particolarmente usati o frequentati. E poi ci sono aree, circa otto, nelle quali invece si penserebbe di montarne di nuovi”.

“La scelta del Comune di Bologna – ha aggiunto l’assessore – non è sottrarre giochi nei nostri parchi, ma razionalizzare l’attuale distribuzione che in alcuni casi può essere ridimensionata nel caso si degradino dei giochi e si renda opportuno valutare se ripristinarli o meno. Per questo c’è un piano che abbiamo già distribuito ai Quartieri per procedere ad una razionalizzazione che consenta di ridurre gli sprechi e nello stesso tempo garantire il servizio. Ogni struttura, infatti, necessita di periodici controlli svolti da personale specializzato che abbia acquisito la necessaria qualifica di ispettore per il controllo dei giochi attraverso specifica attività formativa e sulla base della normativa di riferimento”.

Insomma, se da un lato una grande struttura privata, che sarà a pagamento, garantirà la gioia dei piccini; dall’altro la razionalizzazione toccherà comunque al ribasso la dotazione attuale di aree giochi per bambini a Bologna. Punto sul quale converge l’opposizione del centrodestra che con il consigliere del Pdl, Marco Lisei, lancia prima l’allarme poi cerca la convergenza: “Abbiamo chiesto noi a Diolaiti a che punto fosse la questione dei parchi gioco. Il sacrificio di 100 o 200 spazi andrà comunque a discapito delle famiglie, mentre ce ne dovrebbero essere in ogni parco della città”, spiega “lanciamo comunque l’idea di usare parte degli introiti della tassa di occupazione del suolo pubblico proprio per risparmiare sul costo della manutenzione. O anche di far partecipare i privati alle spese come si era inizialmente detto”.

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