Una strana bici a due piazze si aggira per lo Stivale e svela incroci pericolosi tra strada e politica. Scende e sale per l’Italia testando e misurando i percorsi ciclabili palmo a palmo, meglio ancora se in compagnia di un sindaco, un politico o un’autorità locale che si riempiono la bocca di ciclabilità ma – alla prova pedali – arrancano rovinosamente, mentre un obiettivo impietoso immortala giustificazioni e propositi per buche grandi come crateri e piste mai realizzate. É RadioBici, un mezzo dotato di telecamere e di una seduta anteriore che ricorda il lettino di uno psicanalista. A guidarla Maurizio Guagnetti, giornalista di Radio 105 che dal marzo 2012 ha macinato oltre diecimila chilometri e quasi trecento interviste per un format che vive sul web (www.radiobici.it) e nella trasmissione 105 Friends. 

Da Milano a Palermo, negli ultimi due anni hanno pedalato con lui personaggi celebri (Armani, Don Gallo, Ingroia, Paolo Conte, Serge Latouche, Philippe Daverio) e almeno una volta, tutti i sindaci delle principali città italiane. Ad aprire le danze Giuliano Pisapia: “Non avevo idea dell’effetto che un tandem come il nostro poteva avere sull’intervistato. Ascoltare le domande mentre vedi il traffico delle auto che ti viene incontro e non puoi vedere in faccia il giornalista. A volte ho l’impressione che rispondano senza freni, forse temono di farmi perdere la pazienza. Quando li intervisto non sono solo un giornalista qualunque, ma il compagno di tandem a cui hanno consegnato la loro incolumità. Una curva presa male, una frenata troppo brusca e si ritroverebbero per terra”. La pedalata più famosa è quella di Piero Fassino: un risultato così sconfortante sul piano “atletico”, il suo, che quando RadioBici è tornata a Torino nemmeno un appello del WWF (partner dell’iniziativa) è stato sufficiente a convincere il sindaco a tornare in sella: “Il quotidiano La Stampa aveva pubblicato la notizia che Piero avrebbe ripedalato con noi, ho ricevuto una telefonata di fuoco del sindaco in persona che non sapeva come togliersi questa grana di dosso. Preoccupato di non dispiacere gli ambientalisti e di non finire nuovamente su Striscia La Notizia”.

 

 

L’intento però, non è ridicolizzare gli intervistati: “Non ci occupiamo di performance atletiche, a noi interessa raccontare il territorio. Quando ci spostiamo le parole si confrontano con le immagini reali che sono lì a confermare o a smentire ciò che gli intervistati raccontano”. La sintesi dell’esperimento è che “da destra a sinistra la bici si è trasformata in una sorta di Panda del WWF”, spiega Guagnetti, “qualcosa di cui tutti parlano ma per la quale sono davvero in pochi a impegnarsi. La differenza, nel nostro caso, la fanno le piste ciclabili e la situazione delle strade. Su quelle non si può mentire più di tanto, specie davanti a una telecamera”. La città più ciclabile in Italia? Per Guagnetti resta Milano: “La sicurezza aumenta notevolmente quando in strada ci sono numerosi ciclisti e da questo punto di vista Pisapia è fortunato. La sua “rivoluzione arancione” ha preso il volo anche grazie alla bici. A due anni dalla sua elezione, però, i ciclo-attivisti rivendicano un impegno più forte”.

I ciclisti più delusi, invece, sono a Firenze: “I chilometri di piste promessi da Renzi sono rimasti sulla carta”. Ovunque i primi cittadini devono fare i conti con la scarsità delle risorse e l’opposizione della lobby degli automobilisti: “A Napoli sono arrivati a lanciare le bombe carta contro il Comune per contestare la Ztl. Roma dopo l’elezione di Ignazio Marino sembra la città più promettente: “Il sindaco ci ha raccontato che vuole diminuire il traffico delle auto del 20% e la pedonalizzazione dei Fori è un buon inizio. Lui stesso è un esempio, uno dei pochi che razzola come predica. In molti fanno gli ambientalisti con l’autista”. Non tutti gli ospiti di Radiobici hanno capito da subito di che genere di tandem si trattava: “Formigoni mi è costato una pedalata estiva al meeting di Cl, poi con una scusa qualunque aveva annullato l’intervista. Alla prima occasione mi sono fatto trovare nel posto giusto al momento giusto: una manifestazione del Pdl dove per fare gli ambientalisti c’erano anche dei supporter in bicicletta. Mescolandomi ai pidiellini sono riuscito a farlo salire. Quando gli ho chiesto delle vicende giudiziarie del suo capo è sceso al primo semaforo utile chiedendomi di consegnargli la registrazione dell’intervista”. In tutta la penisola il paesaggio che scorre mentre gli intervistati si raccontano è molto cambiato. Anche nel giro di un solo anno la differenza è palpabile: “Ovunque ci sono sempre più ciclisti. Spesso ci seguono per ascoltare le interviste in diretta”, dice Guagnetti, secondo cui la Puglia, ad esempio, è la regione che più di altre ha colto l’opportunità di creare ricchezza partendo dalle due ruote: “Anche se a Bari non si vedono molte bici in circolazione, le iniziative per favorire il cicloturismo sono molto apprezzabili e quest’anno partono i primi Bici-Grill per dare ospitalità alle migliaia di turisti che ogni anno scelgono l’Italia”.

I veri maestri dell’economia ciclabile vivono però sulle Dolomiti: “A Corvara ho conosciuto un visionario che si batte per la chiusura dei passi dolomitici alle auto e ci sta riuscendo. In molti ricollegano bici e cicloturismo a una questione per eco-estremisti o freakkettoni: Michil Costa, invece, presidente della Maratona Dles Dolomites, ha trasformato un luogo di vacanza per proprietari di Suv nella patria montana delle bici”. Pedalando, l’Alta Badia è riuscita a rivitalizzare una stagione turistica morta: “Da tre anni in Sud Tirolo arrivano migliaia di ciclisti da tutto il mondo”. La Radiobici quest’anno è andata a recuperare anche le storie delle isole minori italiane: “Ustica, le Eolie e le Tremiti sono state una scoperta. Abbiamo cercato di raccontare anche come si vive nelle comunità italiane più isolate. Ci sono esempi di eccellenza come il bike sharing sull’isola di Ustica con le fermate ai fari storici, e casi di arretratezza imbarazzante: quasi tutte le isole sono prive di impianti per desalare l’acqua che arriva con costosissime navi cisterna”. Storie di paradisi terrestri dimenticati e spesso male amministrati: “La più bella in assoluto è l’isola di Stromboli uno spettacolo che lascia senza fiato e che potrebbe essere davvero valorizzato, proprio a partire dai trasporti. In generale tutte le isole dopo la privatizzazione della Tirrenia soffrono un problema di continuità territoriale e scarsa qualità del servizio”. Con il video che racconta la vita sulle isole Eolie, firmato da Guagnetti e da Davide Bombini, Radiobici è stata selezionata per il festival dell’ambiente della Sicilia, un racconto divertente che mette assieme Giorgio Armani, un parroco che ha sostituito i canti mariani con i pezzi storici di Renato Zero e uno dei pochi sindaci Udc rimasti.

A dispetto del nome, Radiobici non parla solo di mobilità sostenibile. La politica resta uno degli argomenti più battuti sul tandem: “Ci occupiamo di sostenibilità ma non solo dal punto di vista ambientale. La bicicletta per noi resta uno strumento per diffondere una sensibilità diversa, per questo nelle nostre interviste sono centrali i diritti civili, i diritti dell’uomo oltre che quelli della natura. I nostri viaggi sono possibili solo perchè ad appoggiarci ci sono un gruppo di imprese sensibili a un nuovo modo di fare economia”. Non è un caso quindi che in entrambe le edizioni in sella sia salito Don Andrea Gallo: “Per noi è stato un maestro, un allenatore della mente. E’ salito sul nostro tandem un mese prima di morire. Era già malato e quest’anno non se l’è sentita di pedalare in strada. Abbiamo portato il tandem dentro la canonica e lì ci ha regalato le sue ultime riflessioni”.

 

A fine luglio, dopo cinque mesi di viaggio, la RadioBici farà ritorno a Milano, un pit-stop in vista dell’edizione 2014. Sul tandem saliranno nuovi compagni di viaggio come Daniela Ducato, imprenditrice sarda e alfiere della sostenibilità e dell’innovazione. “Ci dedicheremo insieme alla ricerca dell’economia desiderabile e metteremo in campo anche nuovi strumenti. La mobilità nuova è fatta di tante cose e stiamo già disegnando un nuovo mezzo che metterà assieme le migliori tecnologie italiane a partire dal consorzio Casa Verde CO 2.0”. Il risultato sarà un condensato di viaggi ed esperienze da portare in dote all’Expo 2015 di Milano.

Articolo Precedente

Caso Kazakistan, 4 funzionari rischiano il posto. Letta: “Chi ha sbagliato paghi”

next
Articolo Successivo

Caso Kazakistan, l’Unione Sarda: “Incontro Berlusconi-Nazarbayev in Sardegna”

next