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L’Università d’oro e il rettore di bronzo

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Le tasse studentesche sono aumentate del 50% nel giro di otto anni e sono le terze più alte d’Europa. Per gli studenti non è altro che la scoperta dell’acqua calda, ma per chi si informa su giornali e televisioni mainstream è una novità assoluta: le ripetute bugie sull’università italiana “quasi gratis” diffuse infaticabilmente da anni da soloni, opinionisti ed economisti vari hanno attecchito su milioni di persone. La regola di Goebbels si è avverata, la bugia è diventata verità ed ha fornito l’humus necessario all’innalzamento del limite massimo per le tasse studentesche, perpetrato l’anno scorso da Profumo approfittando della spending review.

La notizia dell’aumento è però un’occasione ghiotta per il presidente dei rettori italiani, l’inarrivabile Marco Mancini, ultimamente molto attivo nella sua costante ricerca della credibilità da tempo perduta. Stavolta tenta di interpretare il ruolo di paladino degli studenti e in un’intervista si scaglia con veemenza contro l’aumento delle tasse. Stigmatizza “l’incremento delle tasse universitarie, di gran lunga più alto rispetto a quello degli stipendi delle famiglie” e dà la colpa degli aumenti ai tagli ministeriali: “Non mi stupisce se le tasse siano state incrementate. Credo che, costi quel che costi, l’ultima cosa da fare è aumentarle ancora”.

Oltre al congiuntivo, l’inarrivabile trascura anche di ricordare un piccolo dettaglio: a richiedere esplicitamente al governo l’abolizione (addirittura totale) del tetto sulle tasse studentesche è stato proprio lui, insieme alla CRUI unanime, nell’assemblea del 23 febbraio 2012. Se poi ricordiamo che in quel periodo dell’unanime CRUI faceva parte anche l’attuale ministro Maria Chiara Carrozza allora possiamo vedere nitidamente quale sia il futuro prossimo dei giovani italiani: tante belle parole false e vuote, istruzione universitaria per i pochi con il portafoglio sufficientemente gonfio e per gli altri una bella emigrazione di massa in Germania… ci penseranno loro a metterli in riga. Sapete per caso come si dica “bamboccioni” in tedesco?

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