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Fondi Lazio, per ex capogruppo Pdl Fiorito chiesti 5 anni. Restituirà un milione

Oltre all'ex sindaco di Anagni imputati nel processo ci sono i suoi ex collaboratori: Bruno Galassi e Pierluigi Boschi. I due hanno chiesto di poter patteggiare la pena. In particolare Galassi con la Procura ha trovato l’accordo per una pena ad un anno e 4 mesi, mentre Boschi ad un anno e due mesi
Fondi Lazio, per ex capogruppo Pdl Fiorito chiesti 5 anni. Restituirà un milione
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La caldaia per scaldarsi e la jeep per affrontare neve e freddo. Franco Fiorito non badava a spese per il suo benessere. Peccato che i soldi utilizzati dall’ex capogruppo regionale Pdl fossero “drenati” dai conti del partito: denaro pubblico. Ora per quel peculato aggravato che ha inaugurato il filone dei “ladroni” all’interno dei consigli regionali per la procura di Roma ha chiesto 5 anni e l’interdizioni perpetua dai pubblici uffici.

Oltre all’ex sindaco di Anagni imputati nel processo ci sono i suoi ex collaboratori: Bruno Galassi e Pierluigi Boschi. I due hanno chiesto di poter patteggiare la pena. In particolare Galassi con la Procura ha trovato l’accordo per una pena ad un anno e 4 mesi, mentre Boschi ad un anno e due mesi. Il giudizio per “Er Batman”, arrestato lo scorso ottobre e poi tornato libero il 28 marzo, si svolge con il rito abbreviato davanti al gup Rosalba Liso. La sentenza è prevista per il 27 maggio. Il 18 aprile scorso Fiorito ha raggiunto una intesa con la Corte dei Conti per la restituzione di un milione e 90 mila euro.

Secondo la Procura l’ex esponente del Pdl al Consiglio regionale avrebbe dirottato su alcuni conti, in Italia e all’estero, fondi destinati al gruppo del Popolo della Libertà alla Pisana. Secondo quanto spiegato da Carlo Taormina, difensore di Fiorito, il milione di euro che verrà restituito alla casse regionali riguarda i “550 mila euro già sbloccati dal gup, 200mila in contanti e il resto da beni immobili dati in garanzia”. Il 18 aprile scorso Fiorito con la Corte dei Conti ha concordato la restituzione della somma di denaro.

Il gip, firmando l’ordine d’arresto, aveva sottolineato il “progetto criminale” del politico. “E’ evidente che tutto questo rilevante movimento di denaro in uscita dal conto del gruppo Pdl e a favore di Fiorito costituisca il capitolo finale di quella preordinata azione di spoglio posta in essere dall’indagato fin dalla data di assunzione della carica: l’accelerazione finale si spiega agevolmente con l’approssimarsi della discoperta delle ruberie e, quindi, con la necessità di completare, in maniera frettolosa e patente – il progetto criminale” aveva argomentato il giudice. C’è stato “un sistematico e spregiudicato asservimento delle risorse comuni all’interesse privato utilizzando a fini personali ingenti risorse pubbliche per oltre due anni approfittando della carica istituzionale che rivestiva. Gli ingenti trasferimenti di denaro del Gruppo Pdl a favore dei conti correnti personali di Fiorito e i vari prelievi, anche per contanti, dallo stesso effettuati sui conti del gruppo Pdl endono verosimile ritenere che la provvista utilizzata per pagare l’intero prezzo della villa sia comunque proveniente dai delitti contestati”.

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