“Bisogna garantire protezione giuridica all’embrione tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza”. L’appello di Papa Francesco contro l’aborto è arrivato puntuale, stamane, prima della preghiera del Regina Caeli, recitata in una gremita piazza San Pietro, nel giorno in cui a Roma si è tenuta la “marcia per la vita”. “Invito – ha detto Bergoglio ai partecipanti – a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento. A questo proposito – ha aggiunto il Papa – mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea ‘Uno di noi’, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza. Un momento particolare per coloro che hanno a cuore la difesa della sacralità della vita umana – ha annunciato il Papa – sarà la ‘Giornata dell’Evangelium Vitae’, che avrà luogo qui in Vaticano, nel contesto dell’Anno della fede, il 15 e 16 giugno prossimo”.
Già da cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio si era speso con grande forza nella lotta contro l’aborto, nel solco della dottrina della Chiesa cattolica. Il futuro Papa non esitò a sottolineare che “abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi”. “Il problema morale dell’aborto – spiegava l’allora cardinale – è di natura prereligiosa, perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Lì è già presente l’essere umano. Ecco perché – sottolineava Bergoglio – separo il tema dell’aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico. Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l’intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani”.
Papa Francesco in tema di bioetica è in perfetta linea di continuità con il magistero di Benedetto XVI e con quello dei suoi diretti predecessori. “Su uno sfondo culturale caratterizzato dall’eclissi del senso della vita, in cui si è molto attenuata la comune percezione della gravità morale dell’aborto e di altre forme di attentati contro la vita umana, – aveva affermato con forza il Papa tedesco nel 2011 parlando ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Accademica per la vita – si richiede ai medici una speciale fortezza per continuare ad affermare che l’aborto non risolve nulla, ma uccide il bambino, distrugge la donna e acceca la coscienza del padre del bambino, rovinando, spesso, la vita famigliare”.
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