Ben due dichiarazioni, in soli due giorni, da parte di due ministri – quello dell’Interno Angelino Alfano e quella della Giustizia Anna Maria Cancellieri – che promettono azioni incisive a contrasto della violenza sulle donne! Verrebbe da pensare che finalmente la “società civile” e noi associazioni siamo riusciti a sfondare il muro di gomma della politica e a farci ascoltare, dopo anni che ci si sgola invano. Ma questo è ancora tutto da vedere, ancora aspettiamo che la ministra Josefa Idem delle Pari Opportunità prenda in seria considerazione l’idea di riceverci e ascoltarci.

Subito il pensiero evapora, a una più attenta lettura del come e del perché i fatti si manifestano. Noi di Pangea – che siamo tra i promotori della tanto citata e pochissimo letta “Convenzione NoMore” – abbiamo infatti la sgradevole sensazione che la violenza sulle donne stia rapidamente diventando un tema “cult”, il degno sostituto dello spread quando non sia ha niente di meglio di cui parlare e quindi si parla a vanvera, qualcosa che assomiglia un po’ al maiale: non si butta via niente. Ci si fa campagna elettorale, permette di darsi una imbiancata di fresco come ‘L’Angelino Custode’consente persino, ed è notizia di oggi, di riciclare oggetti acquistati e mai usati. Ovviamente con i soldi pubblici.

Perché l’idea di oggi della ministra Cancellieri – i braccialetti che geo localizzano chi ha commesso violenza contro le donne, questa variante di FourSquare, ma solo per chi picchia, minaccia, perseguita la ex moglie o l’ex fidanzata – sa veramente di “pacco riciclato”.

Proprio su questo giornale, neanche un anno fa, era uscito un articolo in cui si segnalava l’immane spreco di soldi pubblici (81 milioni di Euro) per comprare da Telecom 400 braccialetti elettronici e come di questi solo 14 fossero stati messi in funzione

Così come MicroMega segnalava che mentre la ministra Cancellieri, all’epoca del Governo Monti, rinnovava il contratto con Telecom per i costosi gingilli fino al 2018, suo figlio venisse nominato Administration, Finance and Control di Telecom

In attesa di risposte, noi pensiamo che non si può utilizzare la pelle delle donne per piazzare 386 braccialetti elettronici; che non si può considerare e gestire la violenza sulle donne come un fatto emergenziale quando in Italia è una questione strutturale e culturale. Perché sparisce sempre la parola ‘prevenzione’dalle dichiarazioni programmatiche? Possibile non ci sia nulla da riciclare anche su quel fronte?

Sono pochissimi gli uomini condannati per violenza, senza calcolare i tempi della giustizia, troppo lunghi anche per i casi di violenza e di stalking e questo la Cancellieri dovrebbe saperlo piuttosto bene. Per non parlare delle difficoltà che le donne devono affrontare prima di arrivare al processo: non essere credute dalle forze di polizia, non essere ‘refertate’ come dovrebbero dai pronto soccorso, dover affrontare assistenti sociali che preferiscono toglierti i figli piuttosto che allontanare il compagno violento; perdere il lavoro, perché non si riesce più a gestire la violenza con la vita che ti viene tolta un pezzetto alla volta.

E come la risolviamo questa situazione? Con 386 braccialetti!

Quello che a Fondazione Pangea piacerebbe sapere alla fine è: quanti Centri Antiviolenza si sarebbero salvati dalla chiusura con 81milioni di euro? Quanta formazione – per le forze dell’ordine, gli assistenti sociali, gli operatori sanitari, gli insegnanti – si sarebbe potuta realizzare con quella cifra? Quante donne oggi sarebbero libere dalla violenza e quante ancora vive?

Forse qualcuno ci risponderà.

Articolo Precedente

Violenza contro le donne: arriva l’Angelino (Alfano) custode

next
Articolo Successivo

Femminicidio, lettera aperta agli scettici

next