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E se entrassi in classe con un condom? Lezioni dalla Germania

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“Maestro ma cos’è un preservativo?”. E’ solo una delle domande cui capita qualche volta di dover rispondere a chi insegna in una scuola che non ha tra i suoi programmi l’educazione sessuale.

E’ notizia di questi giorni che a Berlino in alcune scuole elementari è stato diffuso già alle sezioni di prima un testo dal titolo “Da dove vieni” con tanto di immagini esplicite e chiare sull’educazione sessuale. Nel libro è spiegato con tanto di disegni come ci si eccita, l’uso del profilattico, con tanto di mamma e papà nudi. Immediate le reazioni: molte mamme hanno gridato allo scandalo e hanno chiesto di bandire dalla scuola il libro.

Intanto a Londra, una coalizione di oltre novanta associazioni ha lanciato una campagna alle scuole medie, sul tema dell’educazione alla pornografia. Alla lettura della notizia ho provato a immaginare cosa accadrebbe se domani mattina mi presentassi in una classe quinta con un condom in mano e spiegassi ai miei ragazzi a cosa serve, perché utilizzarlo. Probabilmente l’indomani avrei una crociata da parte del parroco, scatterebbe una rivolta dei genitori, il dirigente scolastico mi chiamerebbe all’appello e l’onorevole di turno si affretterebbe a fare un’interrogazione parlamentare.

Mentre in Europa si prova a fare educazione sessuale fin dalle prime classi (in Germania è da tempo nei programmi scolastici così in Francia, Olanda, Svezia), in Italia una legge in merito è ferma in parlamento dal 1975. Le uniche attività di educazione sessuale o all’affettività venivano o in alcuni casi vengono ancora fatte all’interno di progetti con l’intervento di psicologi finanziati dalle singole scuole. Per molti resta un tabù.

Eppure i nostri ragazzi confermano di scoprire il sesso in internet. La rete sta diventando sempre più il primo approccio all’eros senza che la scuola, faccia da intermediario, educhi ad una sessualità reale, alla bellezza della stessa.

I miei alunni od ex,  sono costretti a vivere in un mondo virtuale, senza potersi mai confrontare con i più grandi. Non so quanto possa essere utile iniziare un percorso con i bambini di 6 anni ma sono certo che a 10 è necessario.

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