Quando un personaggio genera un nome comune”, spiegava Umberto Eco parecchi anni fa, “ha infranto la barriera dell’immortalità e è entrato nel mito: si è un calimero come si è un dongiovanni, un casanova,un donchisciotte, una cenerentola, un giuda“.

Era il 14 luglio 1963 quando per la prima volta, dal piccolo schermo delle tv in bianco e nero, faceva il suo ingresso nelle case degli italiani un personaggio destinato ad entrare nella storia del costume del Paese e nella memoria collettiva di generazioni di spettatori. A cinquant’anni da quel debutto, il XV Future Film Festival di Bologna (in programma dal 12 al 17 aprile) dedica a Calimero, il pulcino “piccolo e nero” creato da Nino e Toni Pagot e Ignazio Colnaghi, un evento speciale che permetterà al pubblico di ogni età di festeggiare il simbolo più amato – e duraturo – dell’animazione “made in Italy”, (ri)conosciuto in tutto il mondo, dalla Francia al Giappone.

L’omaggio, a cura di Mario Serenellini, propone una ricca antologia che ripercorre le tappe più importanti della storia (anche grafica) del personaggio, attraversando mezzo secolo di storia del cartone animato: una vera e propria “Calimero Story – come spiega Serenellini nelle pagine del catalogo del FFF – dalle origini al futuro“, dagli sketch in b/n di Carosello al colore, “alle prime prove della nuova serie in 3D in via di realizzazione tra Italia (Studio Campedelli/Raifiction) e Francia (Gaumont Alphanim/TF1), con lo zampino elettronico del torinese Animoka e la distribuzione di Disney Europa

Nato nel 1999 a Bologna, il Future Film Festival – diretto da Giulietta Fara e Oscar Cosulich – si è affermato come il primo e più importante evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate all’animazione, al cinema, ai videogame e ai new media. Ogni anno, nel capoluogo emiliano, si danno appuntamento i più importanti registi, direttori artistici e creativi, per presentare in anteprima i propri film. Uno sguardo al futuro del cinema, ma non solo.

Motto di quest’anno è “Tweet the Monsters”: un tema, quello dei mostri, aperto a innumerevoli interpretazioni, che percorre come un filo rosso tutte le sezioni declinandosi nei generi più diversi, non ultimo l’animazione con l’anteprima italiana del capolavoro Disney•Pixar Monsters & Co. 3D.
 
Due anche quest’anno le sezioni competitive del Festival: il Concorso Lungometraggi, cui parteciperanno 10 titoli a caccia del Platinum Grand Prize (citiamo almeno tre film d’animazione diversissimi tra loro: A Liar’s Autobiography, biopic molto sui generis e politicamente scorretto su uno dei fondatori dei Monty Phyton; Anima Buenos Aires di María Verónica Ramírez, viaggio nel cuore della capitale argentina accompagnato dal ritmo del tango, e Wolf Children di Mamoru Hosoda, nuovo exploit di uno dei talenti più apprezzati del cinema giapponese) e il Future Film Short riservato ai corti (300 quelli giunti già alla segreteria del festival). Novità di quest’anno, il Future Film Short sarà sostenuto dalla RAI, che offrirà i premi della giuria e del pubblico, e programmerà una selezione di corti nel suo sito web dieci giorni prima della manifestazione. Per il terzo anno, inoltre, il FFF in collaborazione con l’Università di Bologna promuove il Premio Franco La Polla, assegnato alla migliore tesi di laurea di argomento cinematografico degli anni 2010-2013, specificamente sui temi della fantascienza, del fantasy, dell’animazione e degli effetti visivi.

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