Umberto Bossi accusa Roberto Maroni di non mantenere la parola data. “La Lega è in subbuglio – ha dichiarato in una pausa dei lavori alla Camera – Maroni aveva detto che dopo sei mesi si sarebbe dimesso. Poi si è accorto di aver il culo largo per più poltrone”. Bossi si riferisce al doppio incarico di Maroni che è sia il neopresidente della regione Lombardia che segretario della Lega. “Il partito è abituato a segretari che mantengono la parola”. Era stato lo stesso Maroni a sostenere il motto “un culo una poltrona”, proprio per evitare la sovrapposizione di incarichi. Per Bossi, inoltre, “la strategia di Maroni è di dare pochissima importanza a Roma. Ma – si chiede – come si fa se Roma un’importanza ce l’ha?”.

A stretto giro è arrivata la risposta di Maroni su Twitter: “Come promesso ho presentato le mie dimissioni al consiglio federale che le ha respinte all’unanimità: adesso basta”. Sulla questione è intervenuto anche Matteo Salvini su Facebook: “Con il massimo rispetto per tutti, questo è il momento giusto per parlare poco e lavorare tanto – ha scritto – La Lega non ha bisogno di polemiche, ma di portare a casa risultati concreti. E con i militanti che abbiamo ce la faremo”.

L’ex segretario della Lega poi esclude un’eventuale alleanza con Pier Luigi Bersani anche perché un appoggio al Pd sarebbe “da traditori: Silvio Berlusconi ha fatto vincere il Nord a Maroni”. ”Se Berlusconi non è contrario a un accordo con il Pd – ha precisato – lo faccia lui un accordo. Non sta a noi il primo passo”. E sulla possibilità di indicare al Senato Anna Finocchiaro, Bossi si tira fuori: “Non so cosa abbiano deciso nella riunione. So solo che Maroni ha visto Bersani”. Per il Quirinale, invece, il candidato di Bossi è Giulio Tremonti.

Sul futuro della legislatura si è detto pessimista: “Dura poco. Se si va avanti così si va a votare a giugno”, ma se il governo “parte, poi dura. Se si mette in piedi un governo poi nulla lo tira giù”. Bossi ha invece snobbato i neoparlamentari del Movimento 5 stelle: “Noi eravamo tanti, eravamo di più”.

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