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Virus, possono avere il sistema immunitario: lo rubano ai batteri

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve allo studio coordinato da Andrew Camilli, dell’americana Tufts University. La scoperta potrebbe aiutare a mettere a punto nuove terapie per la cura di molte infezioni causate da superbatteri resistenti agli antibiotici
Virus, possono avere il sistema immunitario: lo rubano ai batteri
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Anche i virus possono avere un sistema immunitario: lo rubano ai batteri che infettano. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve allo studio coordinato da Andrew Camilli, dell’americana Tufts University. La scoperta potrebbe aiutare a mettere a punto nuove terapie per la cura di molte infezioni causate da superbatteri resistenti agli antibiotici.

I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che un virus parassita (batteriofago) del vibrione del colera (il batterio responsabile di epidemie di colera negli esseri umani) ruba letteralmente il sistema immunitario di questo batterio. Quindi utilizza il sistema immunitario ‘rubato’ per disabilitare e superare il sistema di difesa dello stesso batterio contro il virus stesso. Grazie a questa arma segreta il virus riesce a moltiplicarsi, uccidendo così un numero sempre maggiore di batteri. Finora si pensava che i batteriofagi esistessero solo come particelle primitive di Dna o Rna e che in essi mancasse la raffinatezza di un sistema immunitario adattativo, ossia in grado di rispondere rapidamente ad attacchi esterni.

A fornire il nuovo ‘ritratto’ dei virus è stata l’analisi del materiale genetico dei virus da campioni prelevati da pazienti affetti da colera in Bangladesh. I ricercatori stanno adesso cercando di capire il meccanismo con cui questi virus disabilitano il sistema di difesa dei batteri del colera e se ne impossessano a loro vantaggio. Questa nuova conoscenza, sottolineano gli autori dello studio, sarà importante per capire se il sistema immunitario del batteriofago potrebbe superare sistemi di difesa dei batteri di nuova acquisizione e quindi ha implicazioni per la progettazione di nuove terapie contro i ceppi di superbatteri.

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