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Non è facile mettere insieme i pezzi quando hai solo 10 anni

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Era ora di pranzo, avevo dieci anni, una signora urlava e piangeva in tv. L’ascoltavo ma non capivo. Perché quelle lacrime di disperazione? L’immagine l’ho portata con me negli anni come a voler cercare le risposte a quelle banali domande.

Non potevo sapere allora che quella signora, sarebbe stata parte di una pagina nera del mio paese, pagina di cui poi mi sarei vergognata da italiana. Anni dopo, mi è capitato di rivedere quella signora in tv e di sentirne pronunciare il nome… “vedova Schifani” sì, vedova perché suo marito faceva parte della scorta del giudice Falcone ed era stato immolato nella strage del 23 Maggio 1992 mentre serviva lo Stato.

Iniziavo a mettere insieme i pezzi e a trovare risposte alle ingenue domande che mi ero posta da ragazzina. Purtroppo, con rammarico sottolineo, la scuola non mi venne in aiuto benché fosse un evento tragico che non resta fuori dalla porta delle nostre tranquille case, ma che vive e respira nelle nostre vite e noi presi da ritmi frenetici la ignoriamo, ma è lì e pesa nelle nostre vite e nelle vite di chi ci sta intorno.

Ho capito allora, che il mio paese non era quello che credevo, c’è un cancro che attanaglia la vita di ognuno e c’erano due Signori che hanno cercato di debellarlo e di curare l’Italia per il bene di tutti noi e invece sono finiti morti, con i brandelli dei loro corpi sparsi sulle “coscienze” di esseri aridi e senza alcun cenno di umanità.

Crescendo, ho compreso che, quei due Signori, avevano un decoro e una dignità integerrimi, lontano anni luce dal tipico arrivismo italico e che la loro morte è stata inutile perché in Italia combattere per la giustizia e la libertà è come combattere contro i mulini a vento.

Eppure, qualcosa di positivo ce la voglio trovare, forse a qualcosa è servita la loro triste morte, a mettere davanti agli occhi dei siciliani, lo scempio e lo strazio che stava subendo la loro terra, a scuotere i loro animi sopiti dall’omertà italica.

E all’Italia tutta? Cos’è cambiato nella nostra società? Abbiamo imparato qualcosa dal Signor Giovanni Falcone e dal Signor Paolo Borsellino? Assolutamente niente, le vite sono state spezzate per sempre e il sistema mafioso si è rimodernato e agisce indisturbato da dietro le quinte. Se non fossero stati abbandonati al loro destino, presumibilmente oggi vivremmo in un Italia migliore, ed io probabilmente sarei stata fiera di viverla questa Italia migliore.

Ora ho capito chi sono gli Eroi e vorrei urlarlo alle giovani generazioni tra cui la mia, questi sono Eroi, sono loro che dovrebbero ispirarci aprendoci la strada verso la dignità, il cambiamento, i giusti ideali, quelli che la nostra odierna società cerca di occultare con ogni mezzo.

Rosanna Di Paolo

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