Il mondo FQ

Manoscritti/11: Sporco il bianco (Davide Lisi)

Icona dei commenti Commenti

La proposta di oggi ha due caratteristiche. Uno, chi si propone è giovane, ha 22 anni. Due, chi si propone ha messo già in vendita il suo libro su Amazon a 1,90, come e-book. Buona lettura (reb)

SPORCO IL BIANCO
di Davide Lisi
Primo capitolo
MERAVIGLIA
Ora che ci penso meglio, credo di essere morto. Sì, non posso sbagliarmi. Ricordo fin troppo bene l’impatto.
Alla seconda curva della strada che porta a casa, quella stretta, sono andato largo, straripando. 
La macchina si è stretta su  sé stessa. Si è messa in posizione fetale, forse voleva solo un po’ di coccole, chissà. Ricordo chiaramente la mia testa incastrata nel parabrezza. Forse è stato il suo modo di evadere, di dire “Ciao mamma, io parto!”
Si, ora ricordo. Ciò che restava del sedile era diventato una zuppa di sangue e brandelli di carne. Lo stereo ammutolito, come se qualcuno gli avesse tagliato la lingua.Tutto era immobile. La mia testa incastrata, la macchina accartocciata, i vasi capillari esangui. Un silenzio meraviglioso.                                                                                                                                                                               

Il freddo mordeva ogni attimo mentre il cielo, vestito di un nero elegante, recitava la sua parte.  
Mi chiedevo quale fosse la mia, allora. Mi chiedo se possiamo davvero sceglierla o se ci cade addosso, ora. Come un abito che il sarto ci obbliga a indossare. Con una variante molto importante. Non è l’abito che si conforma alla persona,bensì il contrario.  
A me andava stretto tutto. Ero nudo e facevo ridere tutti.  Il freddo, di quelli che ti entra nelle ossa.
Un mostro che affilava le unghie nel petto. Mi sforzavo di consolarlo ma non era un tipo socievole. Cominciai a parlargli, senza parole, quelle le ho lasciate ai poeti convinti di poter spiegare.
Ricordo le continue fughe.
Arrivai al punto che ogni giornata era un correre via. Via da cosa ? Via da me ? Via da pagine già scritte ? E rispondermi avrebbe ucciso il mostro ? Intanto correvo e correre ruba fiato, fiato che gli altri usano per tenersi in piedi. Mi reggeva solo la Follia.
Oh, lei era amo. E vogliamo parlare della Luna ? Oh, secoli a guardarla, allungando un braccio e relativa mano e dito per carezzarla. Avrei dato la vita per mostrarmi e spogliarmi come fa lei con la notte. E nessuna pioggia o nuvola avrebbe potuto interrompere il nostro amarci. Nessuno.
Ora ricordo l’ultimo momento. La guardavo, le toccavo le labbra, color rosso rivoluzione. Lentamente le spostavo i capelli, parevano seta, finissima. Sapevano di vaniglia. Lei mi fissava con quei due infiniti mondi stesi negli iridi. Io sorridevo intontito da tanto splendere.
Era in piena. La baciai.
Sì, sono morto amando.
Lascio a voi tutto. I miei improbabili lavori, colleghi, amici, avventure, paure, delusioni, famiglia, ricordi, bruciori, cicatrici, occhi affamati, speranze mai più vergini. I sogni no. Quelli sono qui, quelli ti seguono, li ho amati più di me. Ho speso le mie lacrime per consolarli. Ho ceduto loro il mio cibo. Vederli sazi mi riempiva. E quando mi sorridevano, oh! non so finire la frase, credo la parola giusta sia solo una. Meraviglia.

QUARTA DI COPERTINA

Dovreste vedermi ora. La finestra alla mia destra sporge su un mondo di facce e momenti che non si guardano negli occhi, il fumo di una sigaretta svolazza su improbabili scale e una canzone d’altri tempi diventa un folletto che accende una candela tra i polmoni; lì c’è tanta roba da bruciare, da amare mentre rubo ossigeno, rubo vita a un cielo che questa notte pare sognare. Mi spaventa descrivermi, è come urlare al mare “raccontami le profondità”. Ma è quello che ho fatto.Quelle che avrete sono storie raccontate da occhi nomadi, da cuori in tumulto, da anime smidollate. Sono parole senza la pretesa di essere coscienti di se stesse, sono libere da facile sofismo, da regole di impostazione. A rischio di sembrare stupide, se ne fregano. Semplicemente amano, tutto. Perché loro sono nuvole che cambiano forma e io le imito goffamente; con il passo di un bambino, che rincorre il vento, che allunga la mano per stringere la Bellezza, finalmente nuda, finalmente vera.

L’AUTORE

Davide Lisi, 22 anni. Vive ad Ostuni (BR) e scrive da quando ne ha memoria. Si definisce bulimico, di parole.  Ha lavorato come animatore ed educatore in una colonia di ragazzi e bambini per due anni ed è stato, racconta, il lavoro più bello della sua vita.
Ho già pubblicato questa raccolta di racconti ma solo via e-book. 

compagno777777@hotmail.it 

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione