Napolitano scandisce che il prossimo premier sarà “politico”. Il Pd prova ad aprirsi alla democrazia dal basso per consolidare il primo posto tra i partiti. Ma per i sondaggi, quando si parla di leadership, non c’è Bersani che tenga. Tutti gli indicatori dicono Mario Monti. Anche senza una percentuale stellare, secondo le rilevazioni Emg-La7 per il Tg di Enrico Mentana, il premier dimissionario (per il quale risale di sei punti rispetto la scorsa settimana la fiducia, ora al 51%) si conferma il più gradito agli italiani anche per il futuro. Monti è di nuovo al primo posto con il 19% dei consensi, superando Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi a pari merito al 17%. Silvio Berlusconi e Beppe Grillo sarebbero preferiti dall’8% degli italiani; Angelino Alfano, Nichi Vendola, Roberto Maroni e Luca Cordero di Montezemolo sarebbero scelti ciascuno dal 4%; Pier Ferdinando Casini dal 3% seguito da Gianfranco Fini al 2%. Infine Antonio Di Pietro, Oscar Giannino ed Emma Marcegaglia avrebbero ognuno l’1% dei voti. Il 3% non indica nessuno di questi nomi e il 4% non esprime alcuna preferenza. 

Per quanto riguarda i singoli partiti, il sondaggio non registra grosse variazioni rispetto alle ultime settimane. Il centrosinistra totalizzerebbe il 39,9% dei consensi. Nello specifico, il Pd avrebbe il 32,9% (+0,7% rispetto la scorsa settimana), Sel sarebbe al 5,1% (-0,6%), Psi avrebbe l’1,4% (stabile) e Api lo 0,5% (+0,1%). Il Pd resta quindi al primo posto seguito dal Movimento 5 Stelle che perde però lo 0,5% e si attesta al 16,6%. Quanto al centrodestra, costituito da Pdl, Lega e La Destra, le rilevazioni mostrano una percentuale di consenso del 24,3% con un Pdl al 16% (-0,3%), la Lega al 5,8% (-0,6%) e La Destra al 2,5% (+0,4%). L’area del centro sarebbe invece del 12,2% con l’Udc che recupera lo 0,5% e avrebbe il 4,4%, la Lista Montezemolo-Verso la Terza Repubblica otterrebbe il 3% (+0,4%), Fli al 2,5% (+0,1%), Fermare il declino allo 0,7%, Mpa allo 0,6%, al pari del Partito liberale e Grande Sud allo 0,4%. Infine, l’Idv sarebbe all’1,4% (-0,2%), la Federazione della sinistra all’1,9% (-0,3%), Ecologisti Verdi e Reti civiche avrebbero l’1,4% (-0,1%) e la Lista Bonino-Pannella arriverebbe allo 0,7%. L’astensione è, però, al 28,3%, gli indecisi all’11,1% e le schede bianche al 2,5%. 

L’analisi più interessante è quella che tiene conto delle alleanze tra i partiti ma tenendo conto del candidato premier. Una sorta di sovrapposizione tra le due precedenti rilevazioni. Il sondaggio ha infatti ipotizzato un altro scenario politico con Mario Monti in campo, alla guida dei moderati. Secondo i dati diffusi dal TgLa7, il centrosinistra guidato da Pier Luigi Bersani avrebbe il 37,9% di voti, i moderati guidati da Monti otterrebbero il 25,1%, il Movimento 5 Stelle raggiungerebbe il 18,6%, la Lega Nord sarebbe al 6,1% e La Destra (costituita da La Destra di Storace e dagli ex Pdl antimontiani) avrebbe il 5,2%. La Sinistra comprendente la Federazione della sinistra, Ecologisti Verdi e Reti civiche e l’Idv totalizzerebbe il 4%, mentre altre liste otterrebbero il 3,1%. Se gli italiani dovessero scegliere direttamente il premier tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, dalle rilevazione emerge che l’attuale premier vincerebbe con il 37% dei voti rispetto al 32,4% per il candidato di centrosinistra. Non voterebbe nessuno dei due il 19,7% degli italiani, mentre il 10,9% non indica.  

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