Si fanno sentire in Parlamento i primi effetti della rottura tra Pdl e governo Monti. Il partito di Silvio Berlusconi porrà in aula al Senato, mercoledì prossimo, la pregiudiziale di incostituzionalità sul decreto legge di riordino delle Province. Lo ha anticipato all’agenzia Ansa uno dei relatori della legge, Filippo Saltamartini, del Pdl. Se la pregiudiziale di incostituzionalità dovesse essere approvata, il provvedimento del Governo andrebbe riscritto.

Sull’esito di questa mossa, Saltamartini non si sbilancia: “Bisogna aspettare mercoledì – ha spiegato – perché all’interno della pregiudiziale bisogna capire se la costituzionalità della riforma delle Province passa tramite la Consulta o se a decidere saremo noi in Parlamento. Potremmo decidere o di bocciare decreto legge, oppure di farlo passare in attesa della pronuncia della Corte costituzionale” la quale, ha ricordato, dovrà esprimersi sul ricorso presentato dalle Regioni (contro il decreto Salva Italia del 4 dicembre scorso che all’articolo 23 ha di fatto ‘svuotato’ le competenze delle Province e ne ha modificato il sistema elettorale, ndr).

“Valuteremo se mettere la pregiudiziale al voto o meno – ha aggiunto Saltamartini – insomma la poniamo ma potremmo rinunciare al voto. E’ un’opzione. Che dipende dalla ricaduta che la bocciatura del decreto avrebbe sul piano politico”. Ma il capogruppo Maurizio Gasparri nega risvolti legati all’attualità politiche. “Era già stata annunciata questa pregiudiziale”, afferma. “Poi l’avevamo accantonata, in attesa dell’esito del dibattito in commissione. Gli emendamenti si vedranno lunedì o martedì e poi si valuterà”. Una “questione slegata dall’attualità politica. Stiamo parlando di un provvedimento abbastanza controverso in cui non mancano squilibri tra i territori”. 

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