Chi va a scuola più tardi impara di più, è più attento e più felice. Lo dicono gli scienziati di Oxford e in questi giorni se ne parla per la prima volta in Italia perché il preside del liceo scientifico di Biella, David Coen Sacerdotti ha intenzione dal prossimo anno di proporre l’entrata a scuola alle 10. Secondo la ricerca oxfordiana, infatti, per chi ha tra i 12 e i 22 anni, svegliarsi alle sette di mattina equivale alle 5 per un adulto. Ciò significa che i nostri ragazzi arrivano a scuola ancora addormentati. Una proposta, quella del dirigente di Biella, che in realtà apre una finestra su un tema che va al di là dell’orario di ingresso e che riguarda tutti gli ordini di scuola, anche la primaria dove i ragazzini alle 8,15 arrivano più svegli e vivaci del maestro: i nostri bambini passano troppo tempo a scuola? Le ore di lezione sono troppe? Questo tipo di scuola, basato su un modello di società industriale, dove i ragazzi vanno in classe all’ora in cui i genitori vanno in fabbrica (o in ufficio), dev’essere cambiato?

Alla scuola primaria, i bambini dai 6 ai 10 anni, fanno nella maggior parte degli istituti (soprattutto al Nord e Centro Italia) sei ore al giorno di lezione: restano in aula fino alle 16,30. Un tempo eterno per dei bambini costretti, spesso, a stare seduti in un banco. Alla scuola parentale di Monte Sole, dove un gruppo di mamme e papà, si sono messi insieme per realizzare una scuola in una tenda della tradizione mongola allestita sugli Appennini, Sarah mi ha insegnato che i bambini hanno la necessità di “entrare ed uscire” dalla lezione. Sei ore a scuola sono decisamente troppe: se parlate con un ragazzo della scuola superiore vi confermerà che spesso in aula ci si distrae, si evade dalla lezione con i pensieri a causa della stanchezza.

Siamo di fronte alla necessità di avere meno ore di lezione e più di formazione. Voglio immaginare una scuola dove i docenti fanno quattro ore di lezione e due di formazione ogni giorno, magari confrontandosi quotidianamente sulle difficoltà, sulle scelte pedagogiche, sulle opportunità da cogliere sul territorio. Ma forse questa è una scuola che non ci sarà mai. Almeno in Italia.

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