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Lo Stato come fautore della medicina difensiva

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Nel libro “Il problema della medicina difensiva” viene ben spiegato come “la medicina difensiva si verifica quando il medico ordina esami, procedure o visite, o evita pazienti a rischio, o procedure ad alto rischio principalmente per ridurre la propria esposizione a rischio di contenzioso legale con implicazioni potenzialmente gravi per il costo, l’accessibilità e la qualità tecnica ed interpersonale del l’assistenza sanitaria”.

Da due anni lotto per portare all’attenzione il fatto che, in oculistica, esistono due farmaci  uno autorizzato per una patologia specifica oculistica, che costa molto di più rispetto ad un altro autorizzato per altra patologia o off-labell. Ma esiste anche una letteratura internazionale che sovrappone gli effetti clinici e stabilisce il pari beneficio per il paziente.

Il ministro della Salute Balduzzi nell’ex “ddl Fazio” all’art. 19 parla proprio di questo argomento: “l’articolo in esame vuole inquadrare in un percorso più chiaro e rigoroso questa situazione “di fatto”, consentendo alle regioni di autorizzare specifiche strutture del SSN a impiegare bevacizumab per uso intravitreale, sulla base della letteratura scientifica internazionale, sotto la responsabilità del medico curante….”.

Ma che inquadramento chiaro è sig. ministro “tecnico“? Conferma la presenza di letteratura internazionale e non decide nulla in merito al possibile risparmio di circa 220 milioni di euro all’anno. Anzi scarica la responsabilità della decisione al medico stimolando la medicina difensiva! L’interesse è per il paziente e per la comunità o per le aziende farmaceutiche? Sig. ministro vuole essere più chiaro e rigoroso?

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