L’altra faccia, quella rosa, del Movimento Cinque Stelle sono le donne e le ragazze che militano da anni, e che, dopo la polemica nata intorno al post sul punto G di Grillo bollato come sessista, hanno deciso di schierarsi a fianco del capo. Non si sentono offese dalle parole usate nel blog, anzi. Invitano ad andare oltre. “Le donne che vogliono essere protagoniste, nel Movimento troveranno un luogo dove le barriere sono abbattute” scrivono le attiviste elette in Sicilia in una lettera aperta.

“Non partecipate ai talk show televisivi perché sono il vostro punto G”, aveva detto Beppe Grillo dopo la comparsa di Federica Salsi in televisione, nello studio di Ballarò. Una battuta dallo sfondo sessuale che aveva fatto storcere il naso a molti, ma la realtà, ora dicono, è diversa. Gli uni contro le altre? Donne contro uomini? Niente affatto, dicono, e il risultato siciliano ne è la prova. “Per la prima volta nella storia entreranno all’Ars 15 donne” – raccontano le attiviste elette in Sicilia – sei delle quali del Movimento 5 Stelle. Insomma il Movimento che viene a più riprese tacciato da Tv e giornali di maschilismo rappresenta il 40% delle donne di tutto il parlamento regionale. Se poi consideriamo i gruppi parlamentari, siamo quello con maggiore rappresentanza femminile”.

A parlare sono Claudia La Rocca, Valentina Palmeri, Angela Foti, Gianina Ciancio, Vanessa Ferreri, Valentina Zafarana, le sei donne entrate all’Assemblea regionale siciliana che ora rivendicano la loro esperienza come un caso di grande successo e la testimonianza del fatto che il Movimento non ha niente a che vedere con le discriminazioni sessuali. “Il risultato dai noi ottenuto è lo specchio delle tante attiviste che da anni si spendono in prima linea per portare avanti questo coraggioso progetto di cambiamento”.

Secondo le sei donne, la pari importanza di genere predicata dal Movimento Cinque Stelle non riguarda solo la Sicilia, ma unisce i militanti da nord a sud, con un progetto di rinnovamento unico. È il caso del Piemonte: “Noi vogliamo andare oltre – continua la lettera – in Piemonte il Movimento sta promuovendo il Progetto Equal (proposto da Dejanira Piras), che parla anche di una Rete di Donne per le Pari Opportunità. Nella nostra terra, in cui lavora solo il 34,7% delle donne, sicuramente è importante contestualizzare e promuoverne le linee guida per la Sicilia. Noi faremo della nostra terra l’eccellenza della partecipazione delle donne grazie al nostro lavoro al parlamento regionale e a quello esemplare di migliaia di attiviste in tutta l’isola e sarà un piacere”.

Una presa di posizione forte, dopo che le reazioni a caldo avevano lasciato trasparire un certo malcontento anche tra le attiviste. Alcuni giorni fa, infatti, il fattoquotidiano.it aveva raccolto il malumore di alcune donne del M5S a Roma. Una posizione la loro che ora appare in minoranza. Quello siciliano infatti non l’unico post a difendere le dinamiche interne del Movimento. “Le donne italiane lavorano, sono madri di famiglia, amministrano la casa e si prendono cura dei loro uomini – scrive il gruppo Cittadine in movimento – questi ritmi rendono difficile avere spazi da dedicare alla vita privata, figuriamoci alla partecipazione politica”. Non è colpa del M5S, quindi, se le donne sono escluse dalla vita politica, ma di una società italiana malata che deve trovare una soluzione a pregiudizi ben radicati. “Il problema delle pari opportunità e dei diritti civili – continuano – ha le sue radici nella struttura della società italiana e non ha una soluzione immediata ma deve essere affrontato proprio partendo da una ricostruzione delle basi etiche del nostro paese. Eppure le donne del MoVimento trovano il tempo di partecipare e sono ben liete di farlo con generosità e altruismo. Va detto che la Rete in questo aiuta. Si può partecipare a sondaggi e richiederli, convocare riunioni, fare proposte. Tutto si può dire fuorché che il MoVimento imponga limiti di partecipazione”. E come prova concreta mettono sul tavolo il progetto “Equal” sulle pari opportunità e diritti civili, lanciato in Piemonte dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. “Certo la strada è lunga – concludono – ma percorribile da tutti”.

 

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