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Napolitano: “Governo arrivi a scadenza naturale. Al voto con regole nuove”

Il Capo dello Stato, alla cerimonia dei 150 anni della Corte dei Conti, interviene sull'orizzonte della durata dell'esecutivo tecnico che dovrà spingersi fino a fine mandato e invita i partiti a "riassumere pienamente il loro ruolo nella vita istituzionale"
Napolitano: “Governo arrivi a scadenza naturale. Al voto con regole nuove”
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Il governo “lavori fino alla scadenza della legislatura” e, a quel punto, si torni alle urne in primavera con regole nuove. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso della cerimonia per i 150 anni della Corte dei Conti, interviene sull’orizzonte della durata dei tecnici che dovrà spingersi fino al 2013. Una scadenza che tuttavia, per Silvio Berlusconi, non pare affatto scontata. L’ex premier infatti era intervenuto nel fine settimana da Villa Gernetto dove aveva spiegato di “valutare insieme ai suoi collaboratori” la possibilità di “togliere la fiducia al governo Monti“. Posizione che, oltre a non preoccupare il premier, è stata sconfessata dallo stesso Alfano che, in linea con quanto detto oggi dal capo dello Stato, ha assicurato il sostegno del Pdl a Palazzo Chigi

Napolitano, nel corso del suo intervento, ha indicato alcuni provvedimenti che costituiscono “materia assai rilevante per l’impegno del governo e del Parlamento”  in questi ultimi mesi di legislatura e di settennato presidenziale. Oltre all’accantonamento del Porcellum, ha invitato i partiti a “riassumere pienamente il loro ruolo” e a presentarsi agli elettori con i loro programmi “sulla base di nuove regole”. La fine naturale della legislatura è l’orizzonte a cui tendere perché si tratta di “una scadenza sufficientemente vicina per consentire alle forze politiche di prepararsi a riassumere pienamente il loro ruolo nella vita istituzionale, sottoponendo al corpo elettorale liberamente, sulla base di nuove regole, le loro diversificate analisi e piattaforme programmatiche” in vista “delle sfide che sono davanti all’Italia e all’Europa”. 

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