Mi fanno ribrezzo questi tecnici che mentono. Sanno raccontare solo balle, come ha fatto per vent’anni Berlusconi. Hanno imparato presto la lezione. Basta parlare alle televisioni, oppure dare in pasto una dichiarazione alle agenzie di stampa, dicendo il contrario della realtà. La grande balla di Monti è che ha “risanato il Paese”. Se invece parlate con la gente comune, vi dirà che l’Italia è stata spolpata da Monti & company. E Silvio Berlusconi è il mandante politico del fiume di tasse che questo governo tecnico ha riversato sugli italiani. La banda politica del Cavaliere ha prosciugato le casse del Paese e oggi sono travolti dagli scandali e dalle accuse di corruzione. Ma Monti, il super professore, l’esperto di economia, ha saputo fare solo due cose: tagliare e tassare. «Lo sapevo fare anch’io», racconta il mio benzinaio, con la faccia livida di rabbia.

L’altra balla gigantesca di Monti è questa: “la crisi economica è alle spalle”. Il professore mente spudoratamente. Ogni giorno chiudono 1.600 imprese, i protesti sono in aumento, il 25% delle famiglie italiane non riesce a pagare i mutui, i consumi sono in calo. Perfino Il Giornale scrive: “Ma i tecnici in che Paese vivono?” In questi giorni Matteo Renzi, che si prepara alle elezioni politiche 2013, si erge a difensore del popolo e dichiara: «Chi dice che la crisi è passata vi prede in giro». Si riferisce a Monti, naturalmente, come hanno riportato i giornali. Lo scopre solo adesso il sindaco di Firenze che il nostro presidente del Consiglio mente spudoratamente? Sei mesi fa, oppure un anno fa, dove guardava? Il Fatto Quotidiano ha documentato in decine di articoli le tante menzogne di questo governo. Ma nessun politico del Pd mi sembra abbia condiviso tali denunce.

Intanto la gente è esasperata. E più povera. Ieri ho incontrato un’amica in un supermarket discount. Non ha più il lavoro, due figli da mantenere, e la sua auto è rotta. Mi spiegava che non ha i soldi per farla riparare. Un altro amico vive a Napoli e fa l’insegnante di musica in una scuola privata di suore. Mi racconta che ha perso la speranza di ottenere l’incarico pubblico dopo anni in graduatoria: ha una figlia da mantenere e la scuola di suore gli ha ridotto lo stipedio da 800 a 500 euro, a causa della crisi. E storie del genere le ascolto ogni giorno. «Enzo, la situazione peggiora! Sono seriamente preoccupato! Sono quindici giorni che non ricevo un ordine! Capisci?», mi racconta un ragazzo di trentacinque anni che lavora nel settore tipografico. E voi, che storie raccontate? Siete convinti che la crisi è passata? Oppure sta azzanando con più forza le nostre vite?

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