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Via Lattea, due buchi neri “coinquilini” tra un ammasso di stelle

Questa convivenza inattesa, che finora veniva considerata impossibile, è stata scoperta grazie all’osservatorio astronomico Very Large Array (Vla) dai ricercatori del National Radio Astronomy Observatory nel Nuovo Messico, che pubblicano i risultati dei loro studi sulla rivista Nature.
Via Lattea, due buchi neri “coinquilini” tra un ammasso di stelle
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Sono ben due i buchi neri “coinquilini” in un ammasso di stelle nel cuore della Via Lattea: questa convivenza inattesa, che finora veniva considerata impossibile, è stata scoperta grazie all’osservatorio astronomico Very Large Array (Vla) dai ricercatori del National Radio Astronomy Observatory nel Nuovo Messico, che pubblicano i risultati dei loro studi sulla rivista Nature.

I due buchi neri hanno una massa che è dalle 10 alle 20 volte più grande di quella del Sole e si trovano a circa 10mila anni luce dalla Terra, all’interno dell’ammasso globulare di stelle chiamato Messier 22 (M22). Gli astronomi stavano studiando questa formazione alla ricerca di un grosso buco nero che, secondo le attuali teorie, avrebbe dovuto trovarsi in totale solitudine nel cuore dell’ammasso. Al suo posto, invece, è stata scoperta la “coppia” di buchi neri più piccoli e posti poco lontano dal centro dell’ammasso. “E’ stata una sorpresa – commenta la ricercatrice Laura Chomiuk – perché tutte le teorie prevedono la presenza di un solo buco nero”.

Fino ad oggi si pensava che negli ammassi globulari appena nati si potessero formare diversi buchi neri per l’esplosione di supernovae, ma che in seguito si scatenasse una vera e propria guerra di sopravvivenza con un unico vincitore finale. “Secondo le teorie, i buchi neri dovrebbero scivolare verso il centro dell’ammasso per iniziare una danza caotica che spinge fuori tutti tranne un unico buco nero che rimane nell’ammasso”, spiega James Miller-Jones del Centro internazionale per la ricerca sulla radio-astronomia (Icaar). “Per questo stavamo cercando un unico grande buco nero al centro dell’ammasso – aggiunge – ma al suo posto abbiamo trovato due buchi neri più piccoli poco lontani dal centro: questo significa che dobbiamo rivedere tutte le teorie e le simulazioni”. I ricercatori ora ipotizzano che nell’ammasso M22 possano trovarsi fino a cento buchi neri. “Il problema è che non possiamo individuarli fino a quando non iniziano a divorare le stelle vicine”, conclude l’esperto. 

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