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La fede a pagamento

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In Germania è appena entrato in vigore un decreto della conferenza episcopale tedesca che obbliga i credenti a pagare l’8% della loro dichiarazione fiscale alla Chiesa se vogliono ricevere l’eucaristia e una sacra sepoltura. Una sanzione che equivale alla scomunica. La chiesa tedesca ha introdotto questa misura per reagire all’inarrestabile diserzione dei cattolici tedeschi che abbandonano il cattolicesimo disgustati dai recenti scandali dei preti pedofili.

Il sistema del finanziamento delle chiese attraverso il prelievo fiscale era già esistente in Germania anche per le altre fedi, ma nessuno aveva mai pensato di rendere la tassa obbligatoria, come invece è in Italia. Con questa misura la chiesa tedesca proclama che non si può essere cattolici solo a parole e spera così di recuperare i veri fedeli, preferendo i pochi ma buoni ai tanti ma insolventi. Insomma, da ora in poi in Germania chi crede paga. E paga chi crede.

In Italia sarebbe invece interessante fare l’operazione contraria: verificare quanti di quelli che pagano l’otto per mille alla chiesa cattolica vivono secondo i precetti del catechismo di Joseph Ratzinger. E all’occorrenza restituire onestamente i soldi ai trasgressori. Un piccolo sollievo a tante famiglie e a tante anime combattute.

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