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Anticorruzione, Napolitano: “L’Europa chiede un’accelerazione”

Per il presidente della Repubblica è urgente ''operare per la ripresa di uno stabile processo di crescita”, un obiettivo che “può e deve essere perseguito nel quadro dell’obbligato risanamento dei conti pubblici, attraverso una politica di rigore che deve coinvolgere tutti i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti”
Anticorruzione, Napolitano: “L’Europa chiede un’accelerazione”
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Sull’anticorruzione Giorgio Napolitano mette davanti l’Ue. “E’ l’Europa a chiederci un grosso impegno di lotta contro la corruzione”, ha detto il presidente della Repubblica a proposito della necessità che si acceleri l’approvazione del provvedimento. “Come mi ha messo bene in evidenza ieri il segretario generale dell’Ocse, noi in quella curva statistica (di corruzione) siamo messi molto male. Bisogna quindi superare questa condizione che è una condizione di inferiorità rispetto a molti Paesi europei e rispetto alla media in fatto di efficacia della lotta alla corruzione”.

Sul tema del rigore, poi, per Napolitano è urgente ”operare per la ripresa di uno stabile processo di crescita”, un obiettivo che “può e deve essere perseguito nel quadro dell’obbligato risanamento dei conti pubblici, attraverso una politica di rigore che deve coinvolgere tutti i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti”. 

“Nella presente difficile situazione economica – scrive il capo dello Stato – destano grande preoccupazione i dati relativi all’andamento dell’occupazione in tutte le aree del paese, che riguardano in particolare il Mezzogiorno e le generazioni più giovani. E’ pertanto evidente l’urgenza di operare per la ripresa di uno stabile processo di crescita, il cui conseguimento resta imprescindibilmente legato anche alla piena mobilitazione di tutte le risorse economiche e sociali del meridione”.

“Questo obiettivo può e deve essere perseguito – sottolinea Napolitano – nel quadro dell’obbligato risanamento dei conti pubblici, attraverso una politica di rigore che deve coinvolgere tutti i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti. Occorre al tempo stesso un più forte impegno dell’Unione europea, per sostenere investimenti strategici quali quelli relativi alla formazione delle risorse umane, alla ricerca, alla innovazione ed a qualificati interventi infrastrutturali”.

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