Bologna rimane l’unica università italiana nella top 200 della classifica Quacquarelli Symonds 2012-2013 che piazza al primo posto il Mit (Massachusetts Institute of Technology). L’Unibo, tuttavia, rispetto al 2011, perde 11 posizioni per stabilirsi al 194esimo posto. Pur rimanendo fuori dai primi 200, ne guadagnano invece gli atenei milanesi, Politecnico e università degli studi, che passano rispettivamente dalla 277ma alla 244ma e dalla 275ma alla 256ma. La Sapienza, seconda italiana in classifica, scende di qualche gradino, da 210ma diventa 216ma, mentre un altro ateneo romano, Tor Vergata, migliora sensibilmente il suo punteggio salendo dal 380mo posto del 2011 al 336mo di quest’anno.

Il Qs World University Rankings 2012-2013 mostra pure, per quanto riguarda l’Italia, un peggioramento delle performance dell’università di Firenze e di quella di Pavia che scendono al di sotto di soglia 400. Nonostante le continue pressioni finanziarie, le istituzioni italiane continuano comunque a produrre eccellenza nell’ambito della ricerca. Sei istituzioni, infatti, figurano tra le prime duecento al mondo in questo indicatore (la Qs ne prende in considerazione sei) e 15 in totale hanno migliorato il loro punteggio rispetto al 2011.

 Uscendo dai confini nazionali, l’inglese Cambridge è scesa al secondo posto cedendo la corona al Mit che la riceve per la prima volta. L’Istituto di Tecnologia del distretto bostoniano conquista il primo posto grazie all’impatto della ricerca che produce e per la proporzione tra docenti e studenti. La vicina Harvard University scivola dal secondo al terzo posto, dopo aver conquistato la posizione più alta ogni anno tra il 2004 e il 2009.

Un record di 72 paesi sono presenti nella top 700, a seguito di una rapida accelerazione della mobilità internazionale. Le prime 100 università in media contano quasi il 10% in più di studenti internazionali rispetto al 2011, il più grande aumento tra un anno e il successivo in nove anni di storia della classifica.

Ma l’inclusione nella top 200 della classifica americana non è l’unica buona notizia per l’Alma Mater. L’Università di Bologna, infatti, sta per dare il via a circa 500 assunzioni e progressione di carriera per ricercatori, personale tecnico e amministrativo professori associati, docenti associati e ordinari. Una vera e propria infornata possibile grazie ai “150 punti organico” accumulati dall’ateneo.

 Il rettore Ivano Dionigi, interpellato dalle agenzie di stampa, parla di “un’operazione massiccia e inedita, prova del buono stato di salute del nostro bilancio”. Specificando poi che le promozioni e le assunzioni saranno finanziate con fondi dell’ateneo e con risorse del Ministero. La proposta verrà messa sul tavolo del Senato accademico il 18 settembre, e poi il 25 su quello del Consiglio d’amministrazione, che dovranno dare l’ok. Per le prime assunzioni si parla di novembre, massimo gennaio, mentre i concorsi saranno organizzati la prossima estate.

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