La religione della corsa. Dietro i successi del Kenya nel fondo e nel mezzofondo – dagli 800 metri alla maratona sono sempre loro a lottare per le prime posizioni – c’è la curiosa figura di Colm O’Connell, un prete irlandese. Arrivato come missionario a Iten, un villaggio della Rift Valley a 2400 metri sul livello del mare, nel 1976 per insegnare geografia nella locale scuola, O’Connell si è trasformato nel più grande allenatore di talenti della corsa. In trentacinque anni dalla sua guida sono uscite 25 medaglie d’oro mondiali e 4 ori olimpici. Non solo keniani, anche il somalo di passaporto britannico Mo Farah, che ha appena vinto l’oro nei 10mila metri, è stato ad allenarsi nel villaggio di Iten.

Certo, l’antropologia e la scienza medica da tempo hanno individuato nell’Africa occidentale la patria delle muscolature rapide e forti e in quella orientale la culla della resistenza. La regione degli altipiani ha forgiato dagli albori etnie capaci di correre a lungo e con molta resistenza e, nello sport moderno, Etiopia, Kenya, Sudan, Somalia e paesi confinanti hanno sempre dominato nel fondo e nel mezzo fondo. Con o senza preti irlandesi. Ma quello che ha realizzato O’Connell rimane degno di nota. Adesso nel villaggio di Iten si allenano in media un migliaio di corridori ogni anno, dagli ori olimpici alle giovani promesse che arrivano da ogni parte del mondo.

La dieta è spartana, le strutture non all’ultima moda, ma l’altitudine e la particolare conformazione geografica ne fanno il luogo perfetto. Quando la nazionale keniana si è rifiutata di fare gli ultimi allenamenti pre-olimpici a Bristol, il presidente della federazione di atletica Kiplagat ha spiegato: “Vengono da tutto il mondo per allenarsi in Kenya, che senso ha che noi andiamo ad allenarci in Inghilterra?”. E con 1 oro, 2 argenti e 2 bronzi, i risultati ottenuti fino ad ora (anche se sotto le attese, soprattutto per quanto riguarda la maratona femminile dove è arrivato ‘solo’ 1 argento) gli danno ragione: l’olimpiade del Kenya è appena cominciata. Quattro anni fa a Pechino le medaglie furono 14, di cui 6 ori, tutte ottenute nella corsa sulla media e lunga distanza.

“La produzione di talenti nella corsa è una delle più grandi risorse del Kenya – spiega O’Connell -, la mia unica preoccupazione è di non rovinarla, mi limito a facilitarla continuando a puntare sui giovani”. Iten è oramai considerata la Mecca della corsa, e sul suo profeta O’Connell si sprecano i miti e le leggende. Lì sulle montagne dove il mondo gira lentamente, la gente corre dappertutto: da bambini per andare a scuola da un villaggio all’altro; da adolescenti per emulare gli idoli locali; cresciuti per allenarsi e inseguire un sogno olimpico. E chi non è veloce abbastanza è aiutato a diventare fisioterapista, medico o allenatore, di modo che possa rimanere nella comunità e fare la sua parte. Lassù nella Rift Valley, dove la corsa è quasi una religione.

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