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Le strutture sanitarie come case della salute (anche fiscale)

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Dopo tante attese e tante domande a cui non ha voluto o saputo rispondere è arrivata l’informazione di garanzia a Formigoni. Tutti i personaggi coinvolti nell’inchiesta gravitano comunque intorno al mondo sanitario. Questo pare strano se abbiamo la possibilità di vedere i bilanci delle aziende sanitarie.

Nella provincia di Bergamo, ad esempio, come riportato dall’edizione 2011 dell’allegato dell’Eco di Bergamo “Bergamo 1000 aziende report annuale imprese leader della provincia di Bergamo, tutte le aziende sanitarie hanno avuto degli utili più o meno buoni ma come mai se comunque gli utili sono così “limitati” tutti investono tanto in sanità? Come mai la Quarenghi appare fra le prime ad utili? Forse perché è una struttura a carattere familiare e non fa parte di un grosso gruppo? Tipico è il caso San Raffaele che è stato acquistato, senza praticamente gara, accollandosi un elevato debito.

Ma se gli utili sono bassi perché “comprare” anche dei debiti? Forse che i bilanci sono il frutto della “fantasia” dei commercialisti e nascondono enormi possibilità di falsificazione? Credo che in sanità occorra ricominciare dall’inizio. Ad esempio iniziamo a togliere tutte le denominazioni quali “ospedale”, “azienda sanitaria”, “Istituto a carattere scientifico”, “casa di cura”, e peggio di tutte “fondazione” utili forse per l’elusione fiscale o per avere budget non controllabili.

Chiamiamo i luoghi di ricovero “case della salute” come posto dal quale uscirne in salute sia fisicamente che economicamente.

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