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Tre domande tre alla signorina Minetti

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Nicole Minetti

Per amor di par condicio, dopo essermi occupata del superpensionato d’oro Felice Crosta, burocrate della Regione Sicilia, oggi tocca alla bella Nicole, da igienista dentale del Cavaliere e dunque, conoscitrice di sue profonde intimità (orali, naturalmente) a consigliere regionale. Che ha la faccia più di gomma di un chewing gum masticato. Nel senso che la sua faccia è stata bersaglio mediatico di ogni tipo di ingiurie, frizzi, lazzi, improperi e allusioni. Ma tutto le rimbalza e non schioda dalla comoda e benretribuita poltroncina.  

Mi limito a tre domande, ma ci sarebbe da sottoporle un intero questionario. 

Tutto sommato, anche dalle pagine del quotidiano La Repubblica insistono da un po’ solo con una domanda alla quale Formigoni, dal look sempre più splendente e briatorizzato, non risponde: “Signor presidente, perché non vuole o non è in grado di esibire la distinta bancaria dalla quale risulta che lei ha effettivamente rimborsato a Daccò le spese relative ai capodanni 2008, 2009 e 2010“. Segue un silenzio tombale.

Ecco le mie tre domandine, signorina Minetti.  Nelle intercettazioni con le cosidette “Olgettine” si sente dire da lei stessa: “Ci sono varie tipologie: c’è la zoccola, c’è la sudamericana che viene dalle favelas e ci sono io che faccio quello faccio”.

1) Mi scusi, che differenza c’è tra la prima e la terza?

2) per gli ingenuoni come noi, cosa intende con quel alquanto criptico “faccio quello che faccio”?

3) Quali sono i suoi meriti, secondo lei, per i quali siede sulla poltrona di consigliere della Regione Lombardia, che dicono essere la locomotiva d’Italia?

Con quello che prende di stipendio (come il “Trota”, alias Renzo Bossi, che, finché stava in Regione, si prendeva i suoi 12 mila euro al mese) si sarà pure messa da parte un gruzzolo senza avere assilli immediati (beata lei) di come pago-le-bollette!

Allora, un consiglio pratico: se le è rimasto ancora un briciolo di dignità, si dimetta Lei, prima del suo presidente Formigoni che ancora continua a definirsi “cristallino, trasparente e limpido come acqua di fonte”. Sembra un principe da fair tale. Faccia passare un po’ il torbido, nel pollaio Italia hanno memoria corta  e le basterà un colpo di ali e uno sbattere di ciglia per il prossimo salto della quaglia.

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