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A giudizio per le firme false, ma “Firmigoni” resta al suo posto

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A due anni e mezzo di distanza dalle elezioni regionali del 2010, arriva finalmente la richiesta di rinvio a giudizio che potrà forse consentire di accertare in tribunale le responsabilità della truffa elettorale compiuta nella presentazione delle liste per Formigoni Presidente. Le prove di quanto accaduto sono state raccolte e pubblicate da noi radicali quasi due anni orsono (sono consultabili da chiunque sul sito http://www.radicali.it/firmigoni), imponendo alla Procura di Milano di aprire un’inchiesta che era stata archiviata senza nemmeno un minuto di indagine dall’allora sostituto Bruti Liberati, oggi procuratore capo. La conferma delle prove da noi apportate è arrivata dal migliaio di persone che hanno disconosciuto la firma abusivamente apposta a fianco dei propri dati personali.

Nonostante tutto questo, l’altro procedimento giudiziario, quello amministrativo – cioè l’unico che può determinare la decadenza di un Presidente e di un Consiglio abusivo eletto grazie alla frode di milioni di elettori – rimane bloccato grazie all’ostruzionismo giudiziario di Pdl e Lega e all’opera della Corte costituzionale, che ha finora impedito un giudizio sulla validità delle elezioni nei tempi urgentissimi solitamente riservati ai procedimenti elettorali. Se oggi Roberto Formigoni rimane Presidente della Regione Lombardia, insieme al Consiglio regionale con lui eletto, ciò lo si deve alla malagiustizia italiana, non per nulla in flagranza di reato permanente davanti alla Corte europea dei diritti umani.

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