Sulla cittadinanza onoraria al Dalai Lama il consiglio comunale di Milano si spacca, o meglio si piega a Pechino. Oggi a Palazzo Marino si sarebbe dovuta votare una delibera firmata da tutti i gruppi per concedere la cittadinanza onoraria milanese alla massima autorità religiosa del Tibet, ma il tutto è stato rinviato. Il motivo del ripensamento deriva dalle pressioni esercitate dalla Repubblica popolare cinese, che ha minacciato di non partecipare all’Expo 2015, nel caso che il monaco riceva l’onorificenza.

Anche la Farnesina ha fatto sapere che la situazione è delicata e quindi bisogna valutare bene ogni mossa, mentre sia il console cinese e il Prefetto della città avrebbero espresso le loro preoccupazioni. I capigruppo si sono riuniti per valutare il da farsi, dopo il rinvio del consiglio che era previsto per le 13 e hanno preso un giorno di tempo per riflettere sull’impasse. Sembrerebbe che in comune si stia valutando una “via di mezzo”, cioè archiviare il riconoscimento e di concedere a Tenzin Gyatso (questo il nome del Dalai Lama) l’onore di partecipare a una seduta di Consiglio in cui potrà parlare alla città. Il problema infatti è che sono attesi qualcosa come un milione di visitatori dal “Celeste Impero” per la fiera internazionale del 2015.

Il sindaco Giuliano Pisapia riceverà comunque a Palazzo Marino il Dalai Lama.  Allo stesso tempo, il primo cittadino ha appoggiato la proposta del presidente del Consiglio Basilio Rizzo di rinviare il voto sul documento, viste le pressioni cinesi. “Come sindaco di Milano, da quando ho saputo della notizia che il Dalai Lama sarebbe venuto a Milano, ho detto che lo avrei ricevuto – ha affermato Pisapia – credo che questo sia un segnale importante e penso che possa essere una decisione che possa evitare un segnale di inimicizia verso il popolo cinese e al tempo stesso di rispetto verso il Dalai Lama”. Sulla questione della cittadinanza onoraria il sindaco, non usa mezzi termini “se non c’è l’unanimità non sarà concessa”. Nel suo discorso Pisapia ha affermato di non aver avuto nessun incontro ufficiale o telefonico nè con il ministero degli Esteri, nè con l’Ambasciata cinese. “Ho incontrato, in occasione della cena organizzata dalla Fondazione Italia – Cina, la console cinese di Milano che mi ha comunicato che la cittadinanza onoraria al Dalai Lama sarebbe stata interpretata come un segnale di inimicizia verso il popolo cinese”. Il primo cittadino ha quindi assicurato che “noi non accettiamo diktat da nessuno, siamo autonomi, ma non vogliamo creare inimicizia ma pace”.

Il leader spirituale visiterà il capoluogo lombardo dal 26 al 28 giugno. Non è la prima volta che Milano gira le spalle al Dalai Lama. Già cinque anni fa, sempre in occasione di una visita al capoluogo del religioso, non ci furono nè eventi nè incontri istituzionali per non indispettire la Cina e l’allora sindaco di Milano Letizia Moratti, anche allora per non mettere a rischio i rapporti con il gigante asiatico in vista del voto del Bie sull’assegnazione dell’Expo, optò per non riceverlo a palazzo Marino ma per andare lei a salutarlo al Palasharp, luogo della conferenza pubblica.

 

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