Quali saranno le domande di storia ai ragazzi che preparano la maturità? Waterloo, Garibaldi, o l’Italia del fascismo? Nessun testo ricostruisce davvero cosa è successo negli ultimi 60 anni. Sanno qualcosa dal racconto degli insegnanti di buona volontà. Anche la grande storia degli archivi Tv si ferma agli stivali di Hitler.

L’altra sera – finalmente – l’attualità: madre Teresa di Calcutta abbraccia Giovanni Paolo II… Un liceale torna dalla gita scolastica a Berlino e scrive al Corriere che la visita ai resti del Muro non era contemplata dal programma musei-monumenti. Per curiosità va a vedere. Nella scheggia sopravvissuta il murales di due signori che si baciano sulla bocca, affettuosità per rappresentare l’amicizia nella Russia d’antan. Non sa chi sono. Gorbaciov e Reagan? Una prof spiega: Breznev e Honecker, controfigura di Mosca nella Germania comunista. Due licei di due città lombardo-venete chiedono come mai i massacri continuino in fondo al Mediterraneo.

Restano senza parole quando imparano che alla fine della Grande guerra, Francia e Inghilterra (e poi Russia e Stati Uniti) ridisegnano a Versailles la mappa delle terre liberate dalla dominazione turca. Segni frettolosi disegnano nazioni affidate a principi amici di Lawrence d’Arabia, spia della regina di Londra. Iraq inglese spogliato del Kuwait del petrolio; Siria francese derubata della provincia del Libano, strategica per il controllo del Mediterraneo. Ma uno sceicco resta a mani vuote: quattro linee nel deserto, altro Stato, ecco la Giordania. E poi nasce Israele rifugio dei sopravvissuti dai progrom e dall’Olocausto. Curdi, drusi, palestinesi cancellati: in fondo chi sono? Primo smarrimento appena vengono informati che gli stessi protagonisti del disastro diventano gli angeli custodi incaricati di smontare i massacri che il loro colonialismo trascina da un secolo.

I ragazzi non sanno chi era Lawrence: non hanno visto il film. Non sanno di Ben Gurion, Moshe Dayan, Arafat, Assad padre; non sanno di Nasser che fa scappare dal Cairo Faruk, re fantoccio degli inglesi. Non sanno perché le lezioni si fermano all’alba della Repubblica. Quasi niente sui protagonisti italiani del dopo. Di De Gasperi qualcosa; di Moro che è stato ucciso, ma silenzio blindato sulle consorterie affari-partiti alla radice del disordine dei nostri giorni. Qualche volta qualcosa in famiglia, ma se le famiglie hanno altri pensieri, buio assoluto.

Succede anche nelle università che formano i giornalisti del 2000. P2? Pistola o dentifricio? Ignorano chi ne erano i protagonisti e cosa sono diventati, e non si spiegano come mai. Cicchitto (P2) se la prende con i magistrati che “perseguitano” il suo pidue cavaliere. Colpa mortale dell’aver scoperto chi c’era sotto i cappucci della loggia Licio Gelli. Da nessuna parte è scritto come è nato il debito che inginocchia l’economia: Craxi e De Mita dimenticati. Votano se votano gonfiati dalle chiacchiere che danno per scontata la conoscenza negata. Anche noi giornalisti siamo colpevoli per fretta, superficialità o perché impegnati a cancellare la memoria: Tg e talk-show riservati a chi ha più di 40 anni e un po’ ricorda dei servizi segreti e coinvolti nelle stragi rimaste senza colpevoli. La rete delle strane amicizie diventa un labirinto senza uscita.

Anni fa, la Tv aveva provato a spiegare: venti puntate di Sergio Zavoli, “La notte della Repubblica”. Ma la P2 va al governo e comincia il silenzio. I ragazzi potrebbero sfogliare i giornali che non si arrendono. Preferiscono sfogliare i computer. Allora ecco l’indirizzo archivioflamigni.org dove scoprire su quali marciapiedi cammina la loro speranza e perché continuano a negarla. Archivio telematico di Sergio Flamigni collegato a 48 archivi dove si raccolgono documenti sepolti su mafie e politica, bombe da piazza Fontana ai treni di Bologna, insomma la vera storia del paese che ombre minacciose non vogliono raccontare. Siamo alla frutta, è il momento di far sapere.

Il Fatto Quotidiano, 19 Giugno 2012

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