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Porto di Imperia, 10 su 11 a processo. Imputati i vertici della spa e Caltagirone

Le accuse contestate vanno dalla truffa aggravata ai danni dello Stato all'abuso d'ufficio. L'inchiesta si era abbattuta anche sulla giunta Pdl della città di Scajola: il sindaco aveva azzerato la giunta, nominato 5 assessori "tecnici" e infine era stato sfiduciato dal consiglio

Porto di Imperia, 10 su 11 a processo. Imputati i vertici della spa e Caltagirone
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Il gup di Imperia, Massimiliano Botti, ha rinviato a giudizio dieci degli undici imputati nella inchiesta sul porto turistico della città. Il processo comincerà il 9 ottobre. A giudizio per tutti i capi di imputazione l’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone, l’ex direttore della Porto Imperia spa Carlo Conti, l’ex vicepresidente di Acqua Pia Antica Marcia Andre Gotti Lega, l’ex amministratore unico di Acquamare, Delia Merlonghi, l’ex segretario generale del Comune di Imperia, Paolo Calzia.

Figurano imputati anche Gianfranco Carli e Domenico Gandolfo, rispettivamente ex presidente ed ex ad della Porto Imperia, Stefano Degl’Innocenti, ex manager di Acquamarcia, Emilio Morasso, architetto, Ilvio Clazia, dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune. Le accuse nei loro confronti vanno dalla truffa aggravata ai danni dello Stato alla violazione delle norme che regolano la concorrenza, all’abuso d’ufficio. Stralciata la posizione dell’avvocato Umberto Giardini: il giudice ha rinviato gli atti al pm per la citazione diretta. Per il legale l’accusa era di infedele patrocinio.

Tre mesi fa Caltagirone e Conti erano stati arrestati. Dopo un messe e mezzo avevano ottenuto i domiciliari anche se il Riesame ha accolto il ricorso del pm. Un’inchiesta che ha portato anche a una grave e lunga crisi politica che ha indebolito decisamente la giunta guidata dal sindaco Pdl Paolo Strescino (peraltro nella città dell’ex ministro berlusconiano Claudio Scajola). Quest’ultimo tuttavia a fine aprile aveva detto che la linea politica del suo partito non corrispondeva più alle sue idee, tanto che aveva azzerato la giunta, nominando 5 assessori “tecnici”. Non è servito, però: Strescino è stato sfiduciato dal consiglio comunale ad inizio maggio, con le dimissioni contemporanee di quasi tutti i gruppi consiliari (compreso il Pdl).

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