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I pugni dello statista appiedato

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La Lega sta sprofondando in un vortice di fango. Decimata dalle autorizzazioni a procedere, stremata dalle dimissioni coatte. Contestata perfino dagli autisti, queste dimenticabili presenze che se si incazzano ti lasciano a piedi. Fischiata in piazza sia da destra, cioè dal proprio popolo, che da sinistra, per esempio i No-Tav a Crema.

Stabilmente occupata dall’inamovibile Bossi (il dimissionato più ingombrante del mondo) che, con la sua tempra da statista, riesce soltanto a promettere pugni, in un crescendo di anchilosata violenza verbale.

Ci si aspetterebbe che tutti la schizzassero, la Lega, come è consuetudine con amici parenti e soci caduti in disgrazia. Invece no, Angelino, nomen est omen, rende onore agli antichi compagni di merende, incurante dei sondaggi che li danno sputtanati urbi et orbi. Dice che un riavvicinamento è “auspicabile”. Dice: “Perché il Pdl e la Lega hanno governato insieme per anni e…”. E? Ne stiamo ancora soffrendo le conseguenze? Non secondo Diavolino Alfano, che conclude: “…e hanno assicurato stabilità al Paese”. Stabilità?

Il Fatto Quotidiano, 29 aprile 2012

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