Le banche euopee sono in difficoltà e per il presidente della Bce Mario Draghi occorre creare un meccanismo per la ristrutturazione degli istituti di credito nell’area euro: “In particolare occorre rafforzare la supervisione bancaria e lavorare a questo sarebbe di grande aiuto in questa congiuntura”. I mercati finanziari hanno subito una profonda riforma ma è “fondamentale” che tali riforme continuino. Draghi, ha ribadito che anche una maggiore sorveglianza sulle banche è un “chiaro” obiettivo da perseguire. Prima della crisi c’era una “sistematica sottovalutazione dei rischi di credito nazionali di alcuni paesi”. Con la crisi – continua il banchiere – si è “fermata” l’integrazione finanziaria e in alcuni casi è persino arretrata.

Il suo vice Vitor Constancio, precisa che un “regime di risoluzione pan-europeo”, e cioè il fondo per la ristrutturazione delle banche deve essere “armonizzato”. “Ci sono – dice Constancio – circa 36 grosse banche in Europa per le quali c’è bisogno di di un fondo di risoluzione, perchè questo è l’unico modo per superare la questione di come condividere il peso delle crisi”.

Ma dalla Germania parte il fronte del no alle proposte di Draghi. Il giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung rivela importanti retroscena a riguardo e parla di alcuni paesi dell’Eurozona che stanno studiano un’iniziativa per mettere una parte del fondo salva-Stati (Esm) a disposizione delle banche in difficoltà. Nell’analisi della stampa germanica si parla di un gruppo di lavoro che valuterà nelle prossime due settimane la concessione di aiuti dal fondo Esm alle banche, ma aggiunge che la Germania è contraria all’iniziativa. L’obiettivo del piano della Bce sarebbe di evitare che la crisi in Spagna possa contagiare il resto dell’area euro, ma da Berlino si teme un effetto domino. Un anonimo funzionario ha dichiarato al giornale che “se la Spagna deve ricorrere al fondo salva-stati, i mercati si concentreranno poi sull’Italia”. La Sueddeutsche scrive che le banche spagnole hanno urgente bisogno di aiuti finanziari per concedere crediti alle imprese.

Nello scorso fine settimana il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha però escluso categoricamente l’eventualità che l’Esm venga impiegato per aiutare le banche, poiché i trattati non lo prevedono. Anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, spiega al giornale che fino a quando le banche sono sotto il controllo degli stati nazionali, spetta a questi decidere se determinati istituti di credito necessitano di finanziamenti.

Dall’Italia invece nella risoluzione di maggioranza allegata al Documento di economia e finanza (Def) si legge: ”E’ indispensabile attribuire alla Banca centrale europea il ruolo di prestatore di ultima istanza: un nuovo mandato che deve accompagnarsi ad un monitoraggio stringente della destinazione dei flussi di prestiti a tasso agevolato della banca stessa”.

Già ieri era partito l’attacco a Draghi da parte della stampa di Berlino. ”Grande offensiva contro i talebani del risparmio” era il titolo di apertura del Financial Times Deutschland oggi, dedicato al presidente della Bce, dopo la proposta da parte del leader dell’Eurotower di un patto per la crescita. “Con la sua avanzata – scrive il giornale – il più alto custode della moneta unica sposta le coordinate del dibattito politico economico”. “Fino a poco tempo fa dominava Angela Merkel, che ha imposto il fiscal compact con prescrizioni severe di risparmio. Da quando però sempre più paesi (come ieri la Gran Bretagna) scivolano nella recessione e sempre più governi (come nel weekend quello olandese) cadono a causa della politica di risparmio, la Merkel ripiomba nell’isolamento”. 

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