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Il Veneto e il libro bianco dello sfogo

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E adesso chi lo dice a quelli della Lega che Grillo sta sbaragliando tutte le piazze del Veneto? Se ci sono voti di ex leghisti delusi dalle gesta di Belsito e company (e anche da Bossi sinceramente che chiede scusa per i figli come se lui non sapesse niente) è lì che vanno, nel Movimento cinque Stelle dei grillini. “Faranno il pieno di voti” mi ha detto stamattina il giornalaio “Per me la Lega non si becca più nemmeno un voto a queste amministrative”.

Certo, la gente incanala la propria insoddisfazione nelle sparate di Grillo come dieci anni fa ha fatto con quelle di Bossi, e le analogie tra i due movimenti (Liga veneta-Movimento Cinque Stelle) sono tante e si sa. Lo sa anche Grillo che qui in Veneto è venuto “a fare la spesa”, a raccogliere i voti dei delusi dal Carroccio, ma anche degli ex pidiellini senza più dimora.

Ci ha provato anche il Pd che venerdì scorso ha schierato tutti insieme Bersani, Bindi, Veltroni e Letta (nipote di tanto zio!) calati come assi nella manica, sguinzagliati in un sol giorno a sparlare delle malefatte della Lega in giro per campagne e città venete, a caccia di consensi.

Ma la gente non ci casca e soprattutto in questo momento storico – come dieci anni fa – ha proprio bisogno di sfogarsi, di buttare fuori la grande rabbia per quello che sta succedendo in Italia. Insomma qui chi batte i pugni e ringhia contro il governo, le tasse e la burocrazia vince sempre. C’è rabbia repressa come prima di una rivoluzione, ma gli italiani (per non parlare dei veneti) sono gente pacifica. Basta farli sfogare un pochino, come domenica che un gruppo di cittadini di Este, paesino del Padovano, ha esposto un libro con tutte le pagine bianche. Lo hanno chiamato “Il libro bianco dello sfogo” et voilà, è bastato appoggiarlo a un tavolino in piazza e via. Pochi minuti e la gente ha cominciato a mettersi diligentemente in coda per scrivere la sua nel libro bianco, così gratis, come sfogo e basta.

La sera il libro era finito, zeppo stracolmo di messaggi. Ma se uno va a rileggere quelle parole in libertà, tutte insieme mettono veramente i brividi: sono senza lavoro, mi hanno licenziato, non sappiamo come arrivare a fine mese, aiuto, non ho più soldi, aiuto. Potevano chiamarlo il libro della crisi. Ovviamente non sono mancati i vaffanculo, gli insulti a Monti e Fornero e via elencando. Ma fino a quando gli italiani si accontenteranno di sfogarsi scrivendo due righe su un libro esposto in piazza?

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