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Sergey Brin di Google: Web libero, per gli altri

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La rete non è più quella di una volta. Chiedetelo a Sergey Brin, co-fondatore di Google nel 1997 insieme a Larry Page. Mai come ora, sostiene Brin in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian, i principi di libertà ed universalità dell’accesso alla rete, che hanno dato forma alla nascita di internet, sono sotto attacco. Le “potenti forze allineate contro la rete aperta, su tutti i fronti e in tutto il mondo” arrivano dalla convergenza di tre elementi: il controllo esercitato da governi più o meno autoritari, le azioni anti-pirateria intraprese dall’industria dell’intrattenimento, ma anche dalla pratica del “giardino murato” costruito da Facebook e Apple.

Una definizione che ricalca quella data da Tim Berners-Lee due anni fa. Nel nel corso di un importante articolo apparso su Scientific American, il papà del web denunciava come la natura democratica della rete fosse minacciata da alcuni suoi nuovi membri, tra i quali Friendster, Linkedin e lo stesso Facebook.

Sia chiaro, il maggiore problema indicato fondatamente da Brin sono le nazioni dove la libertà di navigazione è censurata: Iran, Cina e Arabia Saudita in testa. Ma è soprattutto l’attacco contro la creatura di Marc Zuckerberg ad essere duro e frontale. Il motivo? Google non sarebbe neppure nato in un panorama internet dominato dal social network. “Devi giocare con le loro regole, molto restrittive”. Diverso l’ambiente in cui Brin e Page hanno dato vita alla loro creatura: “Il motivo per cui abbiamo potuto sviluppare un motore di ricerca è che il web era aperto”. Troppe regole, invece, conclude Brin, soffocano ogni possibilità di innovazione.

Ma da che pulpito viene la critica? Da quello di chi difende la causa del suo maggior concorrente, Google +, le cui regole non sembrano certo meno restrittive. Benché più attento di Facebook alla tutela della privacy, il social rivale non è da meno quanto a costruzione di “giardino murato”. Basti pensare che per aggiornare i feed gli utenti non possono certo collegarsi direttamente a Twitter o allo stesso Facebook. O ricordarsi come Google miri da anni a costruire per gli utenti un “giardino dorato” tutto compreso nei servizi Google (mail, video, ricerche, ecc.). Papà Berners-Lee, avrà mica qualcosa da dire a Brin in proposito?

Il Fatto Quotidiano, 18 Aprile 2012

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