Il mondo FQ

Ad alta voce contro
le mafie

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Giovanni Tizian è un giovane cronista costretto a vivere sotto scorta perchè gli articoli pubblicati sulla “Gazzetta di Modena” e il suo libro “Gotica”, dedicato alla penetrazione delle mafie oltre la famosa linea, hanno disturbato i sonni e gli affari di chi voleva operare nell’ombra e magari circondato anche dal rispetto delle comunità e delle istituzioni.

Il suo lavoro di cronista, documentato e rigoroso, il suo impegno insieme a Libera, lo hanno reso una persona scomoda, perché le mafie e i loro protettori odiano chiunque voglia portare la luce laddove deve prevalere il buio ed un silenzio complice.

Tizian non si è certo arreso, continua a scrivere, e ha messo disposizione sé stesso e il suo lavoro per intensificare l’impegno contro il malaffare e per aiutare chi cerca di rompere il muro dell’omertà e dell’indifferenza.

Per questo ci sembra giusto ricordare la lettera-appello che Tizian ha scritto per denunciare l’ennesimo attentato compiuto dalla ‘ndrangheta contro il cronista calabrese Lello Filippone.

Giovanni ha ragione. Bisogna andare oltre la solidarietà. Tanto per cominciare, ciascuno di noi può amplificare le denunce, riportare sui propri blog, ovunque sarà possibile, le denunce di questi cronisti minacciati, leggere i loro articoli per le strade, strillare i nomi delle famiglie mafiose dagli schermi delle radio e delle tv, illuminare a giorno le loro denunce, affinchè per i mafiosi e per i loro protettori politici sia più difficile agire protetti dalla oscurità delle coscienze.

Nei giorni scorsi a Napoli, a Caserta, e non solo, gruppi di persone hanno promosso la pubblica lettura del libro “Il Casalese“, quello che gli avvocati della famiglia Cosentino vorrebbero condannare prima al sequestro e poi magari al “Rogo”.

La loro azione è stata più efficace di mille comizi, hanno dato voce alle denunce che altri vorrebbero cancellare, hanno letto pagine che si vorrebbero strappate o ridurre in cenere.
Questa ci sembra la strategia giusta, magari il prossimo 25 aprile potremmo imitarli leggendo sulle piazze della Calabria, della Campania, dell’Emilia, della Lombardia, gli articoli di Tizian, di Filippone, di Ciro Pellegrino e dei suoi compagni di avventura editoriale, di Giulio Cavalli, per fare solo qualche possibile esempio.
Vogliamo provarci?

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