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Per un senso comune scientifico

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In questi anni mi è capitato di immaginare di gestire un blog, col quale porre all’attenzione degli internauti argomenti di attualità medico-scientifica. Un argomento mi sta particolarmente a cuore: la scienza come sensore del rapporto tra individuo e società. In altri termini l’uso della scienza o di particolari conoscenze, per meglio dire, a fini di potere. Un esempio può essere la politica di utilizzazione dei farmaci anti HIV nei paesi in via di sviluppo e non. Il tipo di indirizzo che viene conferito alle politiche sanitarie: servizi sanitari nazionali compresi.

Mi è sempre sembrato che la diffusione delle idee riguardanti la ricerca scientifica, in campo medico in particolare, soffra di una penosa mancanza di spazio. Esito di una cultura, in gran parte fideistico-religiosa, che in questo paese non ha avvicinato i cittadini alle tematiche scientifiche, e che il sistema di potere non mostra alcun interesse a sovvertire. Sono inoltre convinto che la salute sia un settore strategico della società civile, nel quale abbiamo raggiunto traguardi fondamentali nel corso dell’ultimo dopoguerra. Ogni energia andrebbe quindi impiegata per la difesa dei diritti dei cittadini. Ritengo in tale contesto necessario combattere lo smantellamento del “welfare”.

E’ stato infatti spesso messo in evidenza che nel nostro paese la società civile non riesce a determinare il proprio destino politico, forse proprio perché non riesce a far sentire la sua voce, non riesce ad organizzare le forze, non riesce ad indirizzarle. Non riesce ad arrivare a larghi strati di popolazione: i giovani ad esempio sono in gran parte esclusi da una corretta informazione scientifica e questo costituisce un grave danno per la collettività nazionale. Avverto l’esigenza di creare un “senso comune” scientifico, come era inteso da Gramsci.

Un altro obbiettivo che intendo perseguire è quello di combattere i luoghi comuni, le frasi fatte, i pregiudizi, le mistificazioni che servono principalmente a perpetuare i rapporti di forza predeterminati. Ad esempio non va confusa la scienza con l’applicazione a livello tecnologico delle conoscenze. Spesso vi è una falsa tendenza a privilegiare un malinteso “modernismo” in contrapposizione a posizioni di prudenza e di vigilanza: come nel caso della polemica sugli OGM.

Attraverso l’iniziativa de Il Fatto, alla quale aderisco con entusiasmo, che mi offre l’opportunità di gestire questo spazio, anche se un po’ limitato, ma mi auguro sufficiente, mi propongo di fornire il mio piccolo contributo: vorrei informare un pubblico vasto in merito ad argomenti di carattere medico. L’obbiettivo che tenterò di perseguire sarà innanzitutto di “porre dei paletti”. Cioè di chiarire da un punto di vista scientifico, di volta in volta per i vari argomenti, quali sono i termini delle questioni. Allo scopo di sgombrare il campo dagli equivoci, dalle false opinioni. La scienza e la divulgazione delle idee infatti sono uno dei principali bersagli della disinformazione, spesso sorprendentemente nascosta sotto l’aspetto di “controinformazione”. In questa ottica cercherò di confutare le opinioni che ritengo errate e dannose ed in particolare quelle che fanno dell’anti scientismo la loro bandiera. Per altro con uguale metro di giudizio, cercherò anche di criticare la medicina ufficiale, quando la rigidità di posizioni eccessivamente paludate rischiano di compromettere la libertà della ricerca e laddove un decantato scientismo non è altro che un paravento per coprire magari interessi “inconfessabili”.

Il mio metodo sarà di affrontare argomenti di varia attualità, o anche sollevare problematiche apparentemente “minori” e indurre gli esperti, quelli veri, quelli che per motivi vari non vengono mai ascoltati, ma che sono in prima linea nello studio e nel lavoro, abbiano una voce e una possibilità di esprimerla. Cercherò di perseguire nel blog, laddove possibile, la tecnica dell’intervista a persone per le quali io garantisco per l’autorevolezza e la competenza.

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