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Tangenti Lombardia, si dimette Dario Ghezzi capo della segreteria di Davide Boni

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Davide Boni, presidente del consiglio regionale lombardo

Dario Ghezzi, capo della segreteria di Davide Boni, si è dimesso. Ghezzi ha rassegnato le dimissioni in seguito alle indagini della Procura di Milano che lo vedono indagato assieme al presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, per corruzione.

Oggi in aula al Pirellone Boni ha ribadito la sua estraneità ai fatti e la volontà di non dimettersi “perché sono innocente”, ha detto. Ieri il governatore Roberto Formigoni aveva invitato Boni a “spiegare la sua posizione”. Letteralmente assediato dalle telecamere, Boni a fatica è riuscito a raggiungere il suo ufficio dietro l’Aula scortato da numerosi commessi. L’esponente della Lega non ha presieduto la seduta e ha preso posto tra i banchi del Carroccio. Boni ha scritto una e-mail a tutti i consiglieri in cui conferma di non volersi dimettere, dopo le accuse di corruzione. “Intendo proseguire”, ha scritto, sostenendo fra l’altro che le accuse “non hanno la minima influenza sul ruolo di rappresentante di garanzia che esercito”.

“Sfido chiunque a trovare un solo euro nelle mie tasche che non sia frutto del mio lavoro o, per quanto riguarda il mio partito, che non sia frutto di versamenti o elargizioni ufficiali e dettagliatamente documentabili”, ha proseguito Boni nella missiva. “Al momento della mia elezione a presidente mi ero impegnato per una azione di rilancio delle prerogative dell’assemblea quale sede di rappresentanza politica generale e del ruolo di indirizzo nei confronti della Giunta regionale. Ho svolto sin ad ora il mandato affidatomi dall’aula nel rispetto dello statuto e del regolamento – aggiunge Boni – e intendo proseguire su questa strada dal momento che nessuna delle accuse che mi vengono rivolte può avere la minima influenza sul ruolo di rappresentanza e di garanzia che attualmente esercito”.

In difesa di Boni è intervenuto Renzo Bossi, il figlio del Senatùr eletto in consiglio regionale nel 2010. “Io le prove non le ho viste”, ha detto il Trota, come lo ha soprannominato il padre. “Conosco comunque i principi della Lega e non sono quelli, sono altri” rispetto al quadro che emerge sui giornali in questi giorni. “Noi la responsabilità la prendiamo sempre tutta. Se, e dico se, si accerteranno certe cose non siamo quelli che negano la verità”.

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